Quello che segue è un rapido collage di una parte dei commenti a corredo dell’intervista ad una presunta prostituta autonoma. Intervista che un importante quotidiano ha tenuto in caldo due giorni in attesa dell’agognato 8 Marzo.
Ohibò, e prima si chiamavano “battone”, “mignotte”, “puttane”, “troie”, “zoccole”, com’è quest’improvvisa voglia di nobilitarle con il termine di “escort” o quel termine inglese, aspetta…com’era? Ah, si…”sex workers”. E chiamatele come meritano, no?
Poi stavano nell’ombra, si aggiravano furtive, mascherate, per non diffondere il contagio della loro putrida moralità.
Oggi le intervistano giornaliste senza vergogna, ché intervistare una prostituta dev’essere motivo di vergogna.