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martedì 2 luglio 2013

Il relativismo di censura e democrazia nel villaggetto del sessismo globale


Quando conviene saltare a bordo di un grande carrozzone pubblicitario torna conveniente anche volgersi contro altre donne, altre femministe e soprattutto altre vittime di aggressioni mascoliniste, torna conveniente accusarle di censure quando queste perseguono la diffamazione e il diritto di avere giustizia, conviene anche confondere in maniera interessata il diritto alla giustizia col giustizialismo, con l’autoritarismo, con il dispotismo e qualsiasi altra cosa serva a delegittimare chi fa un lavoro ingrato e gratuito come il nostro.
Quando si conferma ancora l’aggressione a blog, siti, pagine che tentano di fare informazione sulla violenza sulle donne, conviene voltarsi dall’altra parte e fare finta di nulla.
E così mi piacerebbe sapere se questa non è censura, non è una campagna di delegittimazione e se, ancora una volta, non siamo autorizzate a denunciarla, quanto meno a chi ci segue.
Mi piacerebbe saperlo da chi adotta due pesi e due misure a favore di chi ci dà il tormento perché io lo so dov’è la giustizia, dov’è la verità dei fatti e ne ricevo ancora conferme.

Ed eccola un’altra conferma.
La segnalazione l’abbiamo ricevuta solo ieri sera.
Ancora una volta, per sottolineare ulteriormente la correttezza di chi scrive, copro il nome del signore che ha deciso di chiedere in giro la segnalazione e la chiusura della nostra pagina, paragonandola pericolosamente a ben altri siti e pagine, totalmente inconsapevole di quanto sia ridicolo il paragone tra noi ed un sito razzista di matrice neofascista. Copro nonostante tutto sia più che pubblico.
Lo faccio anche per tutelarmi al massimo in vista di azioni legali di cui abbiamo il diritto e non accettiamo si metta in dubbio la liceità, seguendo un’ottica garantista solo nei confronti dei prepotenti.
Lo ha fatto commentando un articolo comparso sull’Huffington Post il 9 Giugno scorso dove si parla dell’aggressione subita da una esponente di SEL che ha denunciato la portata razzista del sito “Tutti i crimini degli immigrati”.
È comparso sotto l’articolo sostenendo un parallelo altamente infamante e lesivo della dignità di noi amministratrici della pagina No Alla Violenza Sulle Donne.
Secondo questo signore, ben noto a noi e ad altre bloggers ed attiviste femministe, la nostra pagina pubblica (che definisce inesattamente “gruppo” ) parlerebbe di quanto siano cattivi gli uomini ed inciterebbe all’odio di genere e quindi andrebbe chiusa per lo stesso principio col quale si desidera la chiusura di un sito razzista.
Altri commentatori a noi sconosciuti hanno difeso la nostra pagina e li ringraziamo, anche se hanno sottolineato l’ovvietà che ai mascolinisti, cioè agli attivisti del movimento maschile, sfugge, imbevuti come sono di idee assurde di cui abbiamo parlato molte volte in passato.
Sì, è normale che questi personaggi assurdi facciano un bagno nella realtà ogni volta che interagiscono con uomini normali come il signor Carlo 1 ed il signor Indysuperstar.

Rech huff 1ed