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martedì 7 febbraio 2012

Il magico universo in cui i bambini stuprati non odiano

A cosa servono gli articoli di cronaca che riportano violenze su donne e bambini?
A noi a dimostrare l’orrore della violenza e della cultura che giustifica l’oggettivazione di donne e bambini. A qualcun altro, invece, serve a deresponsabilizzare la violenza su donne e bambini, a modificarne la percezione, ad invertire i rapporti tra abusato ed abusante, a giustificare assassini e pedofili, come in questo caso:

bambini stuprati non odiano

Ancora una volta una donna-vittima viene usata dalla falsa pagina contro la violenza.
L’articolo parla di una donna stuprata da ragazzina (aveva 14 anni) da tre bruti.
Oggi Emily Mc Combs è una donna adulta, managing editor di un sito internet molto conosciuto negli USA. A distanza di tanti anni è riuscita a trovare il coraggio di tentare il dialogo con uno dei suoi stupratori. Ciò è avvenuto dopo anni ed anni di psicoterapia e sofferenza.
Cosa ha a che fare questo caso con la PAS?

Gli uomini che uccidono mogli e figli hanno un profilo comune

Le statistiche dell’ Ami (Associazione Matrimonialisti Italiani) sostengono che dal 1970 al 2008 si siano consumati 378 infanticidi, con la media di circa 9,9 all’anno. Gli autori degli infanticidi (da zero a sei anni) sono nel 90% dei casi le madri. Dal 2001 al 2008 vi sono stati 58 infanticidi commessi dalle madri, non certo le cifre gonfiate che vengono offerte in giro dagli associati a movimenti anti-donna.
Quindi 58 infanticidi in 7 anni, ovvero 8,28 infanticidi all’anno.
Mediamente, ogni anno in Italia nascono circa 500 mila bambini.
Se ne vengono uccisi dalle madri 8,28 all’anno, il rischio effettivo che una madre possa togliere la vita al proprio piccolo è, per fortuna, dello 0,00165%.
Le motivazioni di tali infanticidi risiedono in gravidanze indesiderate, gravidanze frutto di stupri e incesto, gravidanze tenute nascoste per questioni culturali e religiose (quindi per vergogna, per timore della condanna da parte del proprio gruppo sociale), infanticidi da depressione post partum, infanticidi da disturbo della personalità o da malattia psichiatrica, come la schizofrenia.
Eppure anche un solo caso desta un clamore mondiale perché a tutti è odioso concepire un simile tradimento di esserini completamente dipendenti da chi dovrebbe amarli.
Passata la fase critica per l’organismo e la mente femminile, sono gli uomini a detenere il primato per l’assassinio dei figli.
I padri nel 90% dei casi uccidono i figli quando essi sono nella fase preadolescenziale (da 7 a 12 anni).
La maggioranza degli infanticidi avviene nel Nord Italia(48,9%) mentre nel centro (24,3%), Sud (17,8%) ed isole (12%). Le vittime degli infanticidi sono per lo più di sesso femminile (56,3%) e ricordiamo che ogni anno in Italia nascono dai 104 ai 108 maschietti ogni 100 femminucce, quindi le bambine sono numericamente inferiori.

E in qualunque modo agirai, la colpa è sempre tua, donna!

Gestire una pagina dal titolo falso, in cui si finge di difendere le donne ma, in realtà, non si fa altro che accusarle. Se subisci violenza, la colpa è tua donna! Forse hai provocato l’uomo che ti ha picchiata, o stuprata, o uccisa o ti ha ucciso il figlio. Forse sei una bugiarda che inventa gli stupri solo per far del male a poveri uomini innocenti. Forse ci stavi ed hai anche illuso dei poveri poeti che poi si sono trovati indotti a violentarti! E poi, tu donna, come osi divorziare? Non devi lasciare il tuo compagno, però è colpa tua se stavi con un uomo malato. Insomma, lo lasci o non lo lasci, la colpa è sempre tua, donna!

Nella prima schermata, riferita alla stessa notizia del mostro che ha gettato il figlioletto nel Tevere per vendicarsi della donna-oggetto che, stanca di essere picchiata e maltrattata, aveva osato ADDIRITTURA farsi ricoverare in ospedale, notiamo i famigerati gestori della falsa pagina incriminare la madre.
La madre s’era impadronita del figlio!
Mica perché lui le aveva detto “Se mi lasci ammazzo tuo figlio!”, e quindi lei tentava di proteggere la vita del bambino dalle mani di un violento capace di uccidere un bimbo innocente!
Lo chiamano con uno dei loro tanti ridicoli neologismi : “Mobbing genitoriale”, quando una donna ridotta in stato di confusione mentale per le percosse, con segni di coltello sulle braccia, sottrae un bambino dalla furia di un padre che minaccia di uccidere un bimbo di appena 16 mesi, che non meritava altro che protezione.
E giù la minaccia implicita nel commento: “Donne, se ci sottrarrete i figli, anche solo per proteggerli, noi ve li ammazzeremo!”
Ma chi si è “impadronito” del bambino? La madre che tentava di proteggerlo oppure un padre che lo strappa dal sonno, lo getta a terra, lo riprende infreddolito nel suo pigiamino, corre via, lo appoggia sul parapetto del ponte sul Tevere e lo spinge di sotto, nelle acque impietose, urlando “Sono io Dio!”? Chi si è comportato da padrone?