Gestire una pagina dal titolo falso, in cui si finge di difendere le donne ma, in realtà, non si fa altro che accusarle. Se subisci violenza, la colpa è tua donna! Forse hai provocato l’uomo che ti ha picchiata, o stuprata, o uccisa o ti ha ucciso il figlio. Forse sei una bugiarda che inventa gli stupri solo per far del male a poveri uomini innocenti. Forse ci stavi ed hai anche illuso dei poveri poeti che poi si sono trovati indotti a violentarti! E poi, tu donna, come osi divorziare? Non devi lasciare il tuo compagno, però è colpa tua se stavi con un uomo malato. Insomma, lo lasci o non lo lasci, la colpa è sempre tua, donna!
Nella prima schermata, riferita alla stessa notizia del mostro che ha gettato il figlioletto nel Tevere per vendicarsi della donna-oggetto che, stanca di essere picchiata e maltrattata, aveva osato ADDIRITTURA farsi ricoverare in ospedale, notiamo i famigerati gestori della falsa pagina incriminare la madre.
La madre s’era impadronita del figlio!
Mica perché lui le aveva detto “Se mi lasci ammazzo tuo figlio!”, e quindi lei tentava di proteggere la vita del bambino dalle mani di un violento capace di uccidere un bimbo innocente!
Lo chiamano con uno dei loro tanti ridicoli neologismi : “Mobbing genitoriale”, quando una donna ridotta in stato di confusione mentale per le percosse, con segni di coltello sulle braccia, sottrae un bambino dalla furia di un padre che minaccia di uccidere un bimbo di appena 16 mesi, che non meritava altro che protezione.
E giù la minaccia implicita nel commento: “Donne, se ci sottrarrete i figli, anche solo per proteggerli, noi ve li ammazzeremo!”
Ma chi si è “impadronito” del bambino? La madre che tentava di proteggerlo oppure un padre che lo strappa dal sonno, lo getta a terra, lo riprende infreddolito nel suo pigiamino, corre via, lo appoggia sul parapetto del ponte sul Tevere e lo spinge di sotto, nelle acque impietose, urlando “Sono io Dio!”? Chi si è comportato da padrone?