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lunedì 13 febbraio 2012

La PAS è lo strumento per legalizzare la violenza domestica maschile

Emerge chiaramente la presa di posizione al convegno sulla PAS, svoltosi sabato 11 Febbraio, presso la sede dell’Ordine dei Medici di Firenze.
La bigenitorialità non può e non deve essere una scusa, lo slogan dietro il quale nascondere il diritto dei padri separati di gettare l’ombra della falsità su denunce di maltrattamenti su ex mogli e figli. La bigenitorialità è un diritto del bambino e non un diritto del padre padrone.
I bambini hanno diritto a crescere con entrambi i genitori ma anche il diritto di crescere in un ambiente sano, con una bassa conflittualità, senza assistere a scene di violenza o subire scene di violenza.
La PAS si configura, quindi, come scorciatoia illegale per forzare alla bigenitorialità anche in caso di abusi e maltrattamenti per mano maschile su madri e figli.
Attenzione, non si vuole negare la presenza del fenomeno di un genitore che aliena l’altro al figlio ma esso va visto come reato e quindi perseguito secondo il percorso legale anche per consentire l’esercizio della difesa del genitore accusato di esercitare alienazione sulla prole.
L’invocazione della PAS, quindi, si manifesta come incostituzionale in quanto impedisce agli accusati di difendersi secondo il proprio diritto garantito per legge.
La PAS è uno strumento per forzare una madre ed un bambino a spezzare il proprio legame in favore del padre che semplicemente si ritenga alienato. Nella PAS vale solo la parola del padre contro quella di madri e figli, privati di ogni diritto alla credibilità.

Conflitti familiari, Allocca: “Al primo posto la tutela del minore”

 FIRENZE – “Nella situazioni di conflitto familiare l’interesse da mettere al centro della tutela è quello del minore”. É intervenuto anche l’assessore al welfare Salvatore Allocca, stamattina presso la sede dell’Ordine dei Medici di Firenze, al convegno dal titolo ‘La “presunta” sindrome di alienazione parentale, PAS’, organizzato dal Movimento per l’Infanzia con il patrocinio della Regione.

La PAS, controversa disfunzione psichiatrica sarebbe una diagnosi che entra nelle perizie per l’affidamento dei minori, nei casi di separazione e divorzi conflittuali Una sindrome che buona parte della comunità scientifica non riconosce come disturbo psicopatologico e che non è mai stata inserita nel DSM ovvero il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali

L’assessore Allocca ha dapprima illustrato brevemente i risultati dell’ultimo Rapporto sulla violenza di genere commentando che “l’aumento del numero di donne che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza è interpretabile da un lato in senso positivo, come abbattimento graduale della barriera informativa e culturale rispetto alla possibilità e volontà di condividere con qualcuno il disagio e lo stato di bisogno, e dall’altro come segnale che il fenomeno è in aumento”. L’assessore ha poi spiegato che “è ancora troppo basso il numero di donne che decidono di denunciare. La cappa di silenzio che ancora avvolge questa triste realtà non accenna a dissolversi. Il dato del Rapporto è tuttavia una rappresentazione per nulla esaustiva del fenomeno”.

Allocca ha quindi spiegato che violenza di genere e PAS sono due fenomeni strettamente correlati, perché le violenze familiari non si interrompono nel momento in cui la donna decide di separarsi. “Al contrario, se ci sono figli la violenza può assumere forme svariate, e paradossalmente ‘legalizzate’. La recente riforma del diritto di famiglia del 2006, sull’affido condiviso introduce il principio di bigenitorialità, principio che tutti riteniamo di grande valore ma che andrebbe applicato sempre tenendo in massima considerazione l’interesse superiore del minore. Invece – spiega l’assessore – arriviamo a situazioni al limite del paradosso per cui in base al principio, che diventa quasi più un diritto del genitore piuttosto che del minore, il genitore che ha in corso un procedimento penale per molestie, stalking, violenza, maltrattamenti sia all’interno che all’esterno del nucleo familiare, può tranquillamente diventare genitore affidatario”.

Allocca ha quindi ricordato che all’interno delle nuove proposte di riforma del diritto di famiglia attualmente in discussione al senato c’è il tentativo di introdurre la PAS. “Non voglio entrare nel merito di un tema medico-scientifico ma pongo questa riflessione: come può una presunta sindrome, non riconosciuta dalla comunità scientifica, essere introdotta attraverso una legge nel nostro ordinamento? Respingerei l’equivalenza di chi, opponendosi alla PAS, si oppone al principio di bigenitorialità. Credo che comunità scientifica ed operatori del diritto si stiano ponendo il problema della non applicabilità a situazioni complesse, come in caso di alta litigiosità dei coniugi, di una soluzione semplice o meglio, semplicistica, come appunto la PAS, peraltro considerata ‘scienza spazzatura’. Come già accaduto in altri paesi europei, che sulla PAS hanno fatto un passo indietro”.

Allocca ha perciò concluso il proprio intervento auspicando che venga fatta chiarezza su questi argomenti. “Un compito che rientra tra le prerogative di operatori ed istituzioni. Non esistono argomenti tabù, per i quali è limitata la discussione in nome di un’ideologia o di un falso mito, poiché la riforma del diritto di famiglia interessa tutta la società e non soltanto gli addetti ai lavori, spesso portatori di istanze che poco hanno a che fare con quel principio di interesse superiore che la convenzione internazionale attribuisce al minore”. .

Federico Taverniti

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