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venerdì 29 giugno 2012

Vacca, spero ti stupri un branko! Ovvero, lo stupro mediatico di branco.

Solita pagina, solita storia. Un po' peggio del solito.
Un'utente che gira con il profilo caricatura del falso profilo Lorella Tollastro, di cui abbiamo già parlato qui e qui, copincolla un post dalla nostra pagina, con relativo commento della sottoscritta.
Quindi, non diciamoci stupidate, i commenti sono rivolti alla sottoscritta e l'amministratore
pone pure l'attenzione sulla firma vh. Vuole proprio che i commentatori (alcuni dei quali a me noti per far parte del solito gruppo) si scatenino contro la sottoscritta.
Che avrò fatto di tanto tremendo?
Ho osato scrivere che un vero padre mette gli interessi dei figli al primo posto, la vita dei figli al primo posto, non pretende di mettere la propria davanti a quella dei figli invocando per loro la diagnosi di una malattia psichiatrica inesistente, condannata dall'ambiente scientifico internazionale, dall'ONU e persino dal nostro governo.

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lunedì 19 marzo 2012

Non sono io ad averti uccisa ma tu a cadermi sul coltello!

Bisogna capire il movente dei femminicidi, eh, perché se il magistrato scopre che un uomo ha ucciso per evitare il divorzio, lo premia con una medaglia e lo manda in crociera a spese della comunità.
Insomma, continua imperterrita la giustificazione del femminicidio sulla pagina che accampa scuse ridicole per non raccontare in giro a tutti come mai ha un titolo completamente discordante dal contenuto.
G1

Se non la dai sei una violenta! La percezione della violenza secondo alcuni.

Molto carinamente, nella Giornata Internazionale della Donna, lo scorso 8 Marzo, l’Adnkronos ci ha consegnato un regalo per onorare 101 anni di celebrazioni delle battaglie per la parità e per la liberazione della donna dal ruolo subalterno nel quale si trova da millenni: una ricerca della Gesef sui dati della violenza femminile contro gli uomini.






Per noi è una vignetta, per altri è una violenza.



Donne che odiano gli uomini: 50mila maschi maltrattati ogni anno

Una scena di 'Misery non deve morire' Una scena di 'Misery non deve morire'

ultimo aggiornamento: 08 marzo, ore 17:58

Roma, 8 mar. (Adnkronos) - Donne che odiano gli uomini. Una realtà spesso sconosciuta, quella dei maltrattamenti, psicologici, fisici e sessuali che ogni anno circa 50mila uomini italiani subiscono per mano di mogli o compagne, soprattutto in fase pre o post separazione e quando ci sono di mezzo i figli.
A stimare all'Adnkronos le cifre del fenomeno è Vincenzo Spavone, presidente dell'Associazione Genitori separati dai figli (Gesef). Un dato che fa ancora più 'effetto' in occasione della giornata della donna che si celebra oggi. Come risulta da un'indagine condotta dall'associazione, monitorando circa 27mila uomini-padri, separati o separandi che si sono rivolti allo sportello di ascolto Gesef, "il fenomeno della violenza sugli uomini è tutt'altro che marginale", anche se "gli episodi di lieve e media gravità - emerge dalla ricerca - non vengono percepiti dai soggetti come reato: pertanto non vengono mai denunciati, e solo raramente rivelati ad amici o familiari. Soprattutto perchè fra gli uomini prevale un sentimento di vergogna e umiliazione, nonché il dubbio di non essere creduti".

giovedì 23 febbraio 2012

Dossier : COME DIFENDERSI DAI FAKE? VALUTANDO LE INFORMAZIONI

Da qualche giorno, ho scoperto il mondo sommerso e palpitante di vita che si cela dietro (quanto dietro?) i fake: falsi gruppi inneggianti ad una giusta causa (la propria).
Una delle obiezioni più frequenti poste da utenti di Facebook incappati nel clone di NOALLAVIOLENZASULLEDONNE, è questa:
“Ci sono vari articoli da loro riportati che dimostrano nero su bianco le loro tesi.”.

L’era dell’informazione in rete ci ha investito con una sorta di “delirio di onnipotenza” e porta a sottovalutare questo: ai tempi in cui giocavamo in cortile, Mario diceva nell’orecchio a Giorgio che Giovanna e Pino gli parlavano alle spalle; ai giorni nostri, invece, Mario invierà un’e-mail per raggiungere lo stesso risultato.
E potrà persino creare un falso profilo di Facebook, chiamandosi Giovanna o Pino.
Se poi avesse anche parecchio tempo a disposizione, davvero poco daffare e un gran rancore personale verso Giovanna e Pino, potrebbe addirittura creare: un blog, una pagina, più pagine… che dimostrino che Giovanna e Pino hanno compiuto le peggiori nefandezze (da quando hanno rubato le caramelle in seconda a quando hanno fumato uno spinello a scuola).

Ho usato il verbo DIMOSTRARE.
In realtà questo non DIMOSTRA nulla. Semplicemente lo crea come vero.
Che cosa possiamo fare, a questo punto, per cercare di comprendere se una notizia che abbiamo recuperato o che ci viene segnalata in rete ha un margine di verità sufficiente?
In primis usare il buon senso, poi scoprire quali sono le fonti originali dell’informazione e cercare di farci un’idea su chi sia il nostro Mario (colui da cui è partito tutto).
Da ultimo, ma non ultimo, chiederci: DOVE VUOLE ANDARE A PARARE Mario?

Come una routine d’igiene personale, compio il mio pellegrinaggio quotidiano nella profana terra dei “FAKE sulla violenza alle donne”. O sulla “violenza di genere”, come loro predicano (la scelta lessicale mi fa riflettere proprio su che “generi” di violenza si operino).
Oggi leggiucchio qua e là, mi soffermo sui commenti… ché i contenuti del FAKE sono parecchio noiosi e ripetitivi, come ogni tiritera di qualcuno che abbia una gran coda di paglia e pochino da raccontare.
Intraprendiamo insieme un viaggio nell’informazione per osservare se l’affermazione “Ci sono vari articoli da loro riportati che dimostrano nero su bianco le loro tesi.” sia vera o falsa.
Seguitemi.

mercoledì 22 febbraio 2012

La gogna mediatica. Ma non era illegale?

gogna

Evidentemente, idee migliori non ne sono poi arrivate perché la qui citata pagina, che ha sempre messo alla gogna femministe, donne in generale ed attivisti antipedofilia, ha continuato imperterrita nel suo lavoro di ricamo, distorcendo le situazioni a proprio vantaggio. Presente ovunque, pronta a leggere qualsiasi cosa venga scritta dai propri critici  o a proposito dei propri critici e prontissima a metterli alla gogna o berlina, che dir si voglia.
Ed ecco qui, puntuale come ogni giorno, ma stavolta ancora più dettagliata nelle sue fantasie.
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Ecco alla gogna la femminista.
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Ed ecco alla gogna l’operatore anti-pedofilia, o volgarmente detto dagli “sterminatori di femministe” “ abusista” in contrapposizione al neologismo “falsabusista” che contraddistingue i cultori della nuova moda dei “falsi abusi”, ovvero coloro che considerano falsi il 99% dei casi di denunce per pedofilia.

Male male male. L’amministratore della pagina sopra riportata sa copincollare ma non sa interpretare, probabilmente.
Articolo 595cp “ Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la
multa fino a euro 1032.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l'offesa è recata col mezzo della
stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516. “

Le bufale anti-donna. 7- Solo gli uomini sono colpiti da false accuse.

8335_8920Per smentire questa bufala, lascerò parlare i fatti e le testimonianze.

Un padre accusa figlia e fidanzato della figlia di averlo voluto uccidere. I due finiscono ai domiciliari. Il padre di lei ritira le accuse e ammette la bugia e loro chiedono i danni.
http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2012/02/08/news/ingiustamente-incarcerati-fidanzati-chiedono-i-danni-1.3155734
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Provincia/329913_larresto_fu_ingiusto_e_chiedono_i_danni/
Vasilisca, badante romena, ha fatto tre anni di carcere con l’accusa di avere ucciso la signora da lei accudita. Alla fine si scopre che la donna era morta per cause naturali.
http://www.agoravox.it/Accusata-di-aver-ucciso-l-anziana.html
http://www.italos.it/italia/cronache/scarcerata-dopo-anni-badante-accusata-ingiustamente-di-omicidio.html

Le bufale anti-donna. 6- Solo le donne inventano gli stupri.

Non saremmo paritariste se non condannassimo anche la violenza sugli uomini ed infatti lo abbiamo fatto qui, esprimendo persino solidarietà contro chi accusava quest’uomo di essersi inventato l’episodio di stupro, a differenza di chi, invece, colpevolizza le donne sostenendo che se ti stuprano è perché non sei stata a casa, al sicuro, sei stata in una discoteca malfamata, hai bevuto, hai messo la minigonna e, alla fine, un “maschio normale” dai e dai ti stupra, perché non si va con un fiammifero acceso in una pompa di benzina, sostenendo così che gli uomini normali siano tutti potenziali stupratori incapaci di frenare i propri istinti.
E invece, dopo avere in buona fede dato il nostro appoggio, salta fuori
questa notizia.
Lo stupro al maschile era effettivamente inventato e solo allo scopo di ottenere esami e cure mediche dopo un rapporto consensuale e omosessuale a rischio.
La cultura maschilista e fasciobigotta
miete vittime tra le donne e tra gli uomini, lo abbiamo sempre sostenuto.
Però c’è una differenza fondamentale tra l’episodio della ragazzina che ha simulato uno stupro da parte di due rom, innescando la reazione razzista e territoriale di un gruppo di fanatici, e questo episodio qui: nel primo la ragazzina è stata
pubblicamente crocifissa ed ha persino scritto una lettera di scuse mentre non ci risulta che i folli che hanno colto la palla al balzo per incendiare un campo rom si siano scusati; nel secondo nessuno si è scusato, la cosa è caduta lì, episodio dimenticato.

giovedì 16 febbraio 2012

Chi di giustificazione ferisce di giustificazione perisce!

Uomo-soloSi dice che per capire l’altro si dovrebbe vivere nei suoi panni, indossare la sua pelle. Personalmente, sono una femminista e proprio perché femminista credo nel livellamento delle distanze tra i generi, nell’assenza del predominio di un genere sull’altro.
Non augurerei mai agli uomini l’inversione delle parti con il genere femminile. Eppure talvolta accade ed ogni volta che è accaduto credo di aver avvertito l’evento con la medesima sensibilità che riservo agli episodi di discriminazione e violenza sulle donne.
Lo stupro non è, come si crede, un atto prettamente sessuale. Di rado lo stupro ha a che fare con l’eccitazione erotica. Lo stupro è un atto di dominio, una violenza fine a se stessa ma perpetrata alla parte più nascosta, più privata ed intima del corpo. Lo stupro assomiglia ad un atavico e deviato segnale di ridefinizione dei ruoli in un branco. Lo stuprato è il sottomesso. Lo stupro serve ad umiliarlo ed a ricondurlo nel ruolo di dominato. Ovviamente, secondo un’ottica bestiale ormai marginale ed emarginata dall’evoluzione umana in esseri pensanti e civilizzati.

La prima gallina che canta è quella che ha fatto l’uovo

diffamazione contro di me 15 febbraio 2012 dettaglio 2

Benissimo.
Chiediamoci perché ci sono pseudo querele per diffamazione che non vanno avanti e perché ci sono persone in attesa che vadano avanti, forse per dimostrare il capovolgimento della realtà ai propri danni?
Io attendo con ansia ma niente giunge, nessuna onesta e verosimile risposta.

Peccato, perché si potrebbe finalmente chiedere come mai qualcuno vada  in giro violando privacy altrui e diffondendo in giro notizie false.
Sarebbe utile a spiegare ad un po’ di persone la differenza tra un fake ed uno pseudonimo.
Il fake è un personaggio inventato, inesistente, con foto rubate a qualcun’altro. In pratica è un furto d’identità. Uno pseudonimo, invece, è un diritto legalmente riconosciuto, anzi, se si diffama una persona usando lo pseudonimo con il quale questa è riconosciuta, è comunque diffamazione.
Soprattutto, poi, se dietro quello pseudonimo ci sono foto originali, il numero di telefono dell’interessato e se tutti i suoi contatti sono a conoscenza della cosa.
Se adesso volessimo mettere a parte tutti gli utenti di Facebook di una persecuzione partita verso primavera 2010 e comprovata da copioso materiale, penso che si annoierebbero troppe persone.

La costante diffamazione maschilista

15 febbraio 2012

Questa è la pagina falsa che ha rubato il nome e gli iscritti e poi causato la chiusura della prima vera pagina NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE e che tenta da due anni di mettere fuori gioco noi e tutti gli altri blog, siti e pagine in cui si parli di violenza sulle donne.
Oltre a dati completamente falsi, usano profili inventati come quelli di Lorella Tollastro, una donna inesistente, e Stefano Semplice.
Lorella Tollastro non si è mai cancellata dalle nostre pagine e non ha amiche perché Lorella Tollastro NON ESISTE.
Ne abbiamo già parlato in questo post, dimostrando la falsità di alcuni dei loro profili.
Noi considereremo come una diffamazione personale questi annunci e procederemo per legge, secondo il nostro diritto.
I contenuti vergognosi di una pagina che si chiama come la nostra ma che dipinge le donne come una massa di provocatrici, sfruttatrici, lo stupro e la violenza come un diritto maschile, sono sotto gli occhi di tutti.
Non fatevi ingannare dal numero degli iscritti, ottenuto con mezzi scorretti, come scorretto è ogni metodo o dato da loro usato allo scopo di negare l’esistenza della violenza sulle donne ed impedire la difesa di donne e bambini.
Ricordiamo che l’uso di identità fittizie, che la diffusione di concetti fasulli allo scopo di manipolare le masse sono REATI.
In quanto alle loro idee liberali, eccole qui:

lunedì 13 febbraio 2012

Il maschilismo insulta gli uomini: sostiene che i “maschi normali” stuprino.

La falsa pagina NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE sta continuando ad oltrepassare ogni limite accettabile nel suo continuo istigare all’odio, addirittura alla violenza contro le donne.
In genere la strategia è questa: un amministratore posta un articolo da un quotidiano che riporta un crimine su una donna e suggerisce nel suo commento introduttivo al link una chiave di lettura che giustifichi il violento ed incolpi la vittima femminile.
Seguono una serie di commenti inseriti “ad arte”, alcuni ad opera del solito gruppetto di militanti, qualche misogino per sua stessa ammissione, qualche assiduo frequentatore di siti antifemministi. Tra questi commenti ci sono commenti di profili femminili completamente fasulli, donne inventate, create dal nulla per fare da “animatrici” del dibattito, influenzare i lettori, far credere loro che le tesi della falsa pagina siano accettate da tutti, donne comprese.
Oggi questi falsi profili femminili sono addirittura “pagine fans”.
Donne fittizie, presunte “insegnanti” chissà di cosa  o “artiste” con foto di star internazionali. Ma, purtroppo, il signore che crea questi profili non sa che molte di quelle foto possono essere riconosciute, sono rubate a volti famosi.
E qui arriviamo all’assurdo, a dichiarazioni che ci fanno invocare l’intervento delle autorità.

Shot numero 1

Quando mai le femministe avrebbero “ammaestrato” le ragazzine a “provocare”? Tutti sanno che il femminismo ha sempre condannato il velinismo e l’oggettivazione del corpo femminile!
Il 13 Febbraio di un anno fa abbiamo portato in piazza un milione e trecentomila persone contro il velinismo, contro la cultura della donna-oggetto, contro i messaggi deviati della televisione berlusconiana che propone alle ragazzine un modello di femminilità caricaturale, servile e senza cervello, basata sulla sola estetica, peraltro artificiale.

La PAS è lo strumento per legalizzare la violenza domestica maschile

Emerge chiaramente la presa di posizione al convegno sulla PAS, svoltosi sabato 11 Febbraio, presso la sede dell’Ordine dei Medici di Firenze.
La bigenitorialità non può e non deve essere una scusa, lo slogan dietro il quale nascondere il diritto dei padri separati di gettare l’ombra della falsità su denunce di maltrattamenti su ex mogli e figli. La bigenitorialità è un diritto del bambino e non un diritto del padre padrone.
I bambini hanno diritto a crescere con entrambi i genitori ma anche il diritto di crescere in un ambiente sano, con una bassa conflittualità, senza assistere a scene di violenza o subire scene di violenza.
La PAS si configura, quindi, come scorciatoia illegale per forzare alla bigenitorialità anche in caso di abusi e maltrattamenti per mano maschile su madri e figli.
Attenzione, non si vuole negare la presenza del fenomeno di un genitore che aliena l’altro al figlio ma esso va visto come reato e quindi perseguito secondo il percorso legale anche per consentire l’esercizio della difesa del genitore accusato di esercitare alienazione sulla prole.
L’invocazione della PAS, quindi, si manifesta come incostituzionale in quanto impedisce agli accusati di difendersi secondo il proprio diritto garantito per legge.
La PAS è uno strumento per forzare una madre ed un bambino a spezzare il proprio legame in favore del padre che semplicemente si ritenga alienato. Nella PAS vale solo la parola del padre contro quella di madri e figli, privati di ogni diritto alla credibilità.

Conflitti familiari, Allocca: “Al primo posto la tutela del minore”

Dal convegno dell’11 Febbraio: la PAS come arma per padri abusanti

nopas2Si è svolto sabato 11 us presso la sede dell’Ordine dei Medici un convegno sulla Presunta Sindrome di Alienazione Parentale (PAS). Il Presidente dell'Ordine dei Medici, Antonio Panti, ha introdotto i lavori. Hanno portato i saluti Matteo Giordano a nome del dottor Salvatore Allocca, Assessore al Welfare della Regione Toscana, la Dott.ssa Sandra Vannoni - Presidente dell'Ordine degli Psicologi della Toscana, il Prof Maurizio De Martino, Direttore Dipartimento Pediatria, AOU Meyer, l’Avvocatessa Elena Zazzeri, Presidente della Camera Minorile di Firenze. Il Dott Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Comunale di Firenze.
Gli interventi si sono svolti in un clima di grande interesse. L’Avvocato Girolamo Andrea Coffari - Presidente Nazionale del Movimento per l’Infanzia ha spiegato come La P.A.S. sia uno strumento giuridico utilizzato contro i diritti delle donne e dei bambini, evidenziando, soprattutto come tale presunta psicopatologia è nata nella mente del suo ideatore, Richard Gardner, per essere utilizzata quale preventiva medicalizzazione dei bambini che dichiarano di essere stati vittime di violenza sessuale.

Subdoli sistemi per alimentare odio contro le donne

 

Giustificazione stupro
A questo amministratore non dev'essere parso vero di poter usare le parole altrui per suggerire la propria idea ai commentatori.Sembra voler tirare fuori l'animo nascosto della massa, quello bigotto, ipocritamente perbenista, sessista, che giudica le donne di oggi come una massa di troiette.
Sembra istigare, stimolare, tanto sembra convinto che la realtà sia quella, che la maggioranza la pensi così e che chi commenta diversamente siano solo “nazifemministe” e “maschi pentiti”.
Questa pagina è lontana anni luce dalla normalità.
Non si parla mica del dramma di una ragazza stuprata e massacrata?
No. Il problema non è lo stupro subito da questa ragazza ma il fatto che “forse” portava una minigonna e andava a ballare.
Certo, se fosse stata a casa ed avesse indossato un gonnellone, magari l’avrebbe violentata il padre? Lo zio? E loro avrebbero comunque sostenuto che la ragazza mentisse.
Questa pagina esiste SOLO PER INCOLPARE LE DONNE!
Si dicono contro il divorzio. Eh certo, il divorzio significa dare alla donna la possibilità di scelta quando prima ce l'aveva solo il maschio.
Si dicono contro l'aborto. Eh certo, se una donna abortisce dev'essere considerata un'assassina, sennò come si arriva a pareggiare i conti della violenza tra i generi, per questi fanatici del movimento del maschio selvatico? E la donna dev’essere un contenitore. Come si permette di esercitare un diritto sul proprio corpo?

venerdì 10 febbraio 2012

Le donne italiane? Una massa di sfaticate!

Mi imbatto in questo articolo che riporto di seguito, piuttosto curioso, sul sito che ha copiato il nome al blog originale (http://comunicazionedigenere.wordpress.com/).
Prima di tutto è interessante l’idea di copiare il nome di un conosciuto blog femminile che indaga sulla discriminazione contro le donne nel mondo della comunicazione per farne un sito dove, invece, si diffonde l’idea che la donna italiana stia lì a lamentarsi di nulla e sia una sfaticata.
Particolarmente interessante, poi, è la soluzione prospettata: imporre l’affido condiviso, abolire il mantenimento, gli alimenti, eccetera eccetera.
Evidentemente l’affido condiviso deve essere un nuovo sistema per creare posti di lavoro.
Ci stupiamo che non ci abbia pensato nessuno prima, da Prodi a Monti, passando per Berlusconi.
Tu, ex marito, smetti di pagare il mantenimento ai tuoi figli, ti prendi la casa coniugale, se tua moglie non ha introiti economici le sospendi pure gli alimenti e puff! nasce un posto di lavoro per lei che le consenta di pagarsi una casa e mantenere i figli.
E poi, certo, l’economia di questo Paese la risolveranno le donne divorziate, ovvio. Delle altre che ce frega? Tanto finché io, maschio separato, non devo mantenerla, disoccupata o meno non sono problemi miei. Giusto?
Qui il testo dell’articolo in questione:

mercoledì 8 febbraio 2012

Prima della cura e dopo la cura

Eh sì, anche i carabinieri, ogni tanto, uccidono le proprie compagne o ex compagne.
Purtroppo, lo ripetiamo sempre, la violenza maschile è trasversale, non conosce razza, ceti, religioni, perché misoginia e concetto di uomo-padrone sono diffusi più o meno omogenamente in tutto il mondo.
È accaduto anche ieri. Speriamo non accada più.

Facciamo un salto indietro fino ad un femminicidio risalente ad agosto 2010.
Fabrizio Bruzzone, carabiniere quarantenne, uccide a coltellate la moglie, Mara Basso, trentottenne e fugge in moto.
http://www.liberoquotidiano.it/news/467717/Raptus-di-follia-a-Genova-Carabinieri-uccide-la-moglie-a-coltellate.html

In che modo viene presentata la notizia laddove si mira a danneggiare l’intero genere femminile?
Così:
Prima della cura 1

Eh sì, le ipotesi sono solo due: o l’Italia è un Paese di assassini, oppure alcune donne riescono a far perdere la testa anche ad un carabiniere.
Siccome la prima ipotesi è assurda, la seconda è quella suggerita come autentica, quindi Mara Basso deve, secondo le tesi del commentatore, essere riuscita a far perdere la testa persino al marito carabiniere, giacché i carabinieri sono, per convenzione, una categoria incapace di scatti d’ira incontrollati o violenza ingiustificata, evidentemente.
Ergo, dev’essere violenza giustificata e la signora se l’è cercata, ha provocato ed ha meritato la morte.
Pochi giorni dopo il femminicidio, il marito delirante (non si sa ancora se autenticamente malato o se si tratti di un atteggiamento studiato) parlava dell’assassino in terza persona e della moglie come “il pilastro portante della mia vita”, quindi tanto insopportabile la signora non doveva essere.

Sincerità, è questo il nome che vorrei dare a te (come cresce una pagina bufala,II)

Per fortuna ci pervengono continuamente delle segnalazioni interessanti e ci sentiamo in dovere di mostrare a tutti i metodi con i quali si abbindolano gli utenti su Facebook per farli iscrivere a pagine che hanno un titolo-esca per proporre un contenuto-veleno.

sincerità 1

sincerità 3
sincerità2

Notate nulla di strano? Messaggi identici provenienti da gruppi dal titolo differente. Alcuni gruppi sono orientati alla bigenitorialità, all’approvazione del ddl957 che renderebbe l’affido condiviso obbligatorio anche in caso di violenze denunciate su donne e bambini. Altri, invece, hanno titoli da richiamo che fa leva sugli istinti dei meno furbi.
Gruppi come “Io amo fare l’amore. E tu?” ( e a chi non piace fare l’amore, sarebbe la risposta scontata!) erano (forse lo sono ancora, non abbiamo ancora verificato) gestiti da profili femminili fittizi, come già vi abbiamo raccontato qui.

martedì 7 febbraio 2012

Il magico universo in cui i bambini stuprati non odiano

A cosa servono gli articoli di cronaca che riportano violenze su donne e bambini?
A noi a dimostrare l’orrore della violenza e della cultura che giustifica l’oggettivazione di donne e bambini. A qualcun altro, invece, serve a deresponsabilizzare la violenza su donne e bambini, a modificarne la percezione, ad invertire i rapporti tra abusato ed abusante, a giustificare assassini e pedofili, come in questo caso:

bambini stuprati non odiano

Ancora una volta una donna-vittima viene usata dalla falsa pagina contro la violenza.
L’articolo parla di una donna stuprata da ragazzina (aveva 14 anni) da tre bruti.
Oggi Emily Mc Combs è una donna adulta, managing editor di un sito internet molto conosciuto negli USA. A distanza di tanti anni è riuscita a trovare il coraggio di tentare il dialogo con uno dei suoi stupratori. Ciò è avvenuto dopo anni ed anni di psicoterapia e sofferenza.
Cosa ha a che fare questo caso con la PAS?

Gli uomini che uccidono mogli e figli hanno un profilo comune

Le statistiche dell’ Ami (Associazione Matrimonialisti Italiani) sostengono che dal 1970 al 2008 si siano consumati 378 infanticidi, con la media di circa 9,9 all’anno. Gli autori degli infanticidi (da zero a sei anni) sono nel 90% dei casi le madri. Dal 2001 al 2008 vi sono stati 58 infanticidi commessi dalle madri, non certo le cifre gonfiate che vengono offerte in giro dagli associati a movimenti anti-donna.
Quindi 58 infanticidi in 7 anni, ovvero 8,28 infanticidi all’anno.
Mediamente, ogni anno in Italia nascono circa 500 mila bambini.
Se ne vengono uccisi dalle madri 8,28 all’anno, il rischio effettivo che una madre possa togliere la vita al proprio piccolo è, per fortuna, dello 0,00165%.
Le motivazioni di tali infanticidi risiedono in gravidanze indesiderate, gravidanze frutto di stupri e incesto, gravidanze tenute nascoste per questioni culturali e religiose (quindi per vergogna, per timore della condanna da parte del proprio gruppo sociale), infanticidi da depressione post partum, infanticidi da disturbo della personalità o da malattia psichiatrica, come la schizofrenia.
Eppure anche un solo caso desta un clamore mondiale perché a tutti è odioso concepire un simile tradimento di esserini completamente dipendenti da chi dovrebbe amarli.
Passata la fase critica per l’organismo e la mente femminile, sono gli uomini a detenere il primato per l’assassinio dei figli.
I padri nel 90% dei casi uccidono i figli quando essi sono nella fase preadolescenziale (da 7 a 12 anni).
La maggioranza degli infanticidi avviene nel Nord Italia(48,9%) mentre nel centro (24,3%), Sud (17,8%) ed isole (12%). Le vittime degli infanticidi sono per lo più di sesso femminile (56,3%) e ricordiamo che ogni anno in Italia nascono dai 104 ai 108 maschietti ogni 100 femminucce, quindi le bambine sono numericamente inferiori.

E in qualunque modo agirai, la colpa è sempre tua, donna!

Gestire una pagina dal titolo falso, in cui si finge di difendere le donne ma, in realtà, non si fa altro che accusarle. Se subisci violenza, la colpa è tua donna! Forse hai provocato l’uomo che ti ha picchiata, o stuprata, o uccisa o ti ha ucciso il figlio. Forse sei una bugiarda che inventa gli stupri solo per far del male a poveri uomini innocenti. Forse ci stavi ed hai anche illuso dei poveri poeti che poi si sono trovati indotti a violentarti! E poi, tu donna, come osi divorziare? Non devi lasciare il tuo compagno, però è colpa tua se stavi con un uomo malato. Insomma, lo lasci o non lo lasci, la colpa è sempre tua, donna!

Nella prima schermata, riferita alla stessa notizia del mostro che ha gettato il figlioletto nel Tevere per vendicarsi della donna-oggetto che, stanca di essere picchiata e maltrattata, aveva osato ADDIRITTURA farsi ricoverare in ospedale, notiamo i famigerati gestori della falsa pagina incriminare la madre.
La madre s’era impadronita del figlio!
Mica perché lui le aveva detto “Se mi lasci ammazzo tuo figlio!”, e quindi lei tentava di proteggere la vita del bambino dalle mani di un violento capace di uccidere un bimbo innocente!
Lo chiamano con uno dei loro tanti ridicoli neologismi : “Mobbing genitoriale”, quando una donna ridotta in stato di confusione mentale per le percosse, con segni di coltello sulle braccia, sottrae un bambino dalla furia di un padre che minaccia di uccidere un bimbo di appena 16 mesi, che non meritava altro che protezione.
E giù la minaccia implicita nel commento: “Donne, se ci sottrarrete i figli, anche solo per proteggerli, noi ve li ammazzeremo!”
Ma chi si è “impadronito” del bambino? La madre che tentava di proteggerlo oppure un padre che lo strappa dal sonno, lo getta a terra, lo riprende infreddolito nel suo pigiamino, corre via, lo appoggia sul parapetto del ponte sul Tevere e lo spinge di sotto, nelle acque impietose, urlando “Sono io Dio!”? Chi si è comportato da padrone?

martedì 31 gennaio 2012

Violenza è anche screditare la voce di chi difende donne e bambini

BOICOTTAaltered version

Quante ne dobbiamo sopportare ancora?
Farci passare per parassite, noi che siamo sempre state per l'indipendenza e l'autodeterminazione,
far passare gli alimenti divorzili per un privilegio femminista quando è una legge maschile valida per entrambi i sessi ed analoga alla risoluzione di un contratto societario tra due singoli, dove non è giusto che uno dei due scappi con tutto il malloppo, soprattutto se aveva firmato la comunione dei beni, soprattutto se l'altro ha rinunciato al proprio stipendio per stare a casa a lavare, stirare, cucinare, partorire e allevare bambini.
Farci passare per sterminatrici del sesso maschile, noi che abbiamo al nostro fianco fidanzati, mariti, amici, compagni, figli, fratelli, attivisti contro il sessismo ed il machismo.
Farci passare per nazistoidi o fascistoidi, noi che militiamo a sinistra da sempre, che formiamo una galassia di posizioni, dalle più moderate alle più anarchiche ma sempre e poi sempre contro il fascismo, contro la censura del pensiero, contro le uniformi.
Farci passare per diffamatrici o molestatrici, noi che siamo state tenute sveglie notte e giorno dal continuo andirivieni di profili anonimi e falsi, dai continui articoli diffamatori di quelli che, ormai, per i più sono folli invasati.
Ma possibile che non si prendano un mese di vacanza e non si godano un po' la vita?
E poi ancora farci passare per pedofile, senza uno straccio di argomentazione e proprio perché lottiamo contro la pedofilia, contro la PAS, un trucchetto proprio per far andare i bambini abusati con i padri incestuosi, contro il falsabusismo che, addirittura per voce di sottosegretari dell'ex governo, come Giovanardi, arriva a sostenere che il 99% delle denunce per pedofilia sia fasullo.
Noi che siamo pacifiste, noi che siamo tutte contro la pena di morte, noi che siamo animaliste, antispeciste, spesso vegetariane, vegane, noi che siamo etero, lesbo, singles, conviventi, sposate, fidanzate, studentesse, scrittrici, artistoidi, professioniste, casalinghe, insomma...

NOI CHE SIAMO NORMALI DONNE QUALSIASI

ma che semplicemente osiamo dedicarci alla lotta contro la violenza su donne e bambini...
E siamo stufe.
Soprattutto della grande ipocrisia di chi usa il trucco di attaccarci e poi fingersi attaccato, di clonarci e poi fingersi clonato. Di chi conta sull'indifferenza e la strafottenza di una massa che non si informa, che dà per buone le prime cose che legge, che si scandalizza per tanto falso perbenismo sparso con trucchi da marketing. Il marketing allo scopo di piegare le donne!
Stufe dell'ipocrisia di chi parla di "paritarismo" ma non spiega che per lui e quelli come lui, questo "paritarismo" si baserebbe sul fatto che la donna è privilegiata e che l'uomo debba toglierle privilegi.
E così anche alcune ingenue commentano, si convincono che qui dietro ci siano mostri, stereotipi ridicoli, donne infelici, frigide, aggressive, e via così con il peggior quadro che si possa immaginare.

LA DIFFAMAZIONE DELLE DONNE è LA PIù COLOSSALE DELLA STORIA!
Affonda le radici nelle religioni patriarcali, è stata ancora più feroce della diffamazione di ebrei o dei popoli di colore.
ED è VISTA COME UNA COSA NORMALE!
Non c'è l'indignazione che ci si aspetterebbe.
Ma se al posto della nazifemminista ci fosse un bel nazinegro o un bel naziebreo?
Eh?
E allora sì che si vedrebbero levate di scudi, folle inferocite, indignazione sui media e allora sì che la polizia andrebbe filata a prendere per la collottola e sbattere in galera il cretino che ha ideato tutto questo, al solo scopo di sfogare le sue nevrosi ed i suoi complessi di maschio dalla virilità incerta e traballante, su delle perfette sconosciute.