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giovedì 4 novembre 2010

La criminalizzazione della scelta della donna vale anche se hai 13 anni

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Non è ancor abbastanza lontano il ricordo del caso della bambina brasiliana di 9 anni rimasta incinta di due gemelli perché stuprata del patrigno, convivente della mamma, ed il cui aborto causò l’indignazione del Vaticano al punto da portare alla scomunica dei medici che praticarono l’intervento. Ci sono ancora antiabortisti fanatici che ricordano con sdegno l’episodio, come se, ancora una volta, una bambina stuprata dovesse essere punita per essersi fatta stuprare con una gravidanza ed un parto gemellare e due bambini dovessero essere puniti di uno stupro subito dalla loro casuale madre-bambina, venendo portati alla vita, senza averlo certamente richiesto, in una condizione già abbastanza traumatica da condizionarne l’intero futuro. Insomma, la vita per forza, quando si tratta appena di quella scintilla contenuta in un feto. Improvvisamente, dopo la nascita, la vita viene progressivamente perdendo di valore, soprattutto se si ha avuto la sventura di nascere donne. Non parliamo poi di quanta importanza si abbia per la chiesa se si è vivissimi ma gay, lesbiche, atei o comunisti. Ci si può tranquillamente sacrificare per portare a termine una gravidanza, quindi. Siete cardiopatiche? Un parto significherebbe morte certa? Benissimo! Avrete almeno le prime pagine dei quotidiani vaticanisti e filo vaticanisti tutte per voi ed un provvisorio altarino da martire. Le telecamere dei programmi strappalacrime della tv pomeridiana, tutte per voi. Mai martiri abbastanza per essere sante, però. L’importante è che vi sacrifichiate per un feto, la cui importanza cessa di colpo, al primo doloroso vagito alla prosaica aria terrestre, povero lui. Dovesse incautamente finire nelle mani di alcune strutture per bambini gestite dalla chiesa, si renderebbe molto probabilmente conto di quanto poco valga davvero la sua vita, a volte, in certi ambienti.

Questo articolo ci ha fatto sgranare gli occhi per le imbeccate di furiosa propaganda antiabortista che contiene. Nulla da obiettare sulla scelta di quella che è poco più che una bambina. Immaginiamo che il figlio ricadrà sulle spalle della nonna, correa d’essere figlia di Eva. Un bimbo è una gioia, sì, ma è anche un impegno per la vita e, di questi tempi, un investimento economico non alla portata di tutti. Davvero molto coraggioso. Non sappiamo quanto ammirevole. Avere un figlio, a quanto pare, per la chiesa non è un atto di responsabilità, una scelta da ponderare e portare avanti nella sicurezza che si potrà assicurargli un futuro sereno e stabile. Per la chiesa, avere un figlio è un atto di devozione cieca ad un dogma. Immaginiamo che la ragazzina in questione non sarà vista con l’ammirazione completa che avrebbe ricevuto se fosse anche stata in grado di concepire per opera e virtù dello spirito santo. Un peccato. Sarebbe stata ancora più lodevole e l’articolo immensamente più melenso.

Chiariamo che non critichiamo la scelta della ragazzina, anzi. Se hanno valutato tutti i pro ed i contro e sono sicuri di potere garantire uno sviluppo equilibrato a questo bambino, ben venga. Ma è odioso lasciar passare il messaggio che un’altra ragazzina che nelle stesse condizioni decida di abortire verrà, invece, considerata niente di meno che un’assassina. è già più che odioso ed irrispettoso parlare di qualsiasi donna che scelga l’aborto come di una criminale assassina, figurarsi se ad essere così colpevolizzata è una poco più che bambina.

I neonati non sono bambolotti. Le madri non sono incubatrici da potere usare il prima possibile. La scelta individuale è sacrosanta. Esiste una cosa nella bibbia che si chiama “libero arbitrio”. Dov’è finito, nel tempo? Dov’è finito il libero arbitrio per le donne? Lo hanno perso offrendo la famosa mela ad Adamo? Strano, poiché proprio quello pareva fosse il primo esercizio di libero arbitrio consegnato nelle mani dell’umanità biblica.

Insomma, lei sì che è coraggiosa ed è una santa. Pare, anzi, quasi avere riacquistato la famosa verginità e purezza obbligatoria, in virtù della scelta di essere madre. Invece, ragazzina tredicenne che verrai portata ad abortire da genitori complici e committenti di omicidio, vergognati e sprofonda. Non solo sei una poco di buono che ha gettato via la sua verginità (il valore più prezioso per una donna insieme all’utero ed alla dote) ma sei anche una peccatrice mortale e siamo sicuri che, per di più, hai anche usato il preservativo e ti si è rotto. Ben ti sta. La prossima volta impari e fai senza, così il papa è un po’ più contento.

Mamma a 13 anni: per la Chiesa

è un esempio contro l'aborto

Ischia, elogio dei due ragazzi. Il sindaco:staremo
loro vicino. È festa grande su tutta l'isola

NAPOLI - Entusiasmo, tanto entusiasmo, nonostante non sia un evento così abituale quello di diventare genitori a tredici e diciassette anni. E questo è già un buon inizio: ma adesso subentra un altro sentimento, la voglia cioè di tornare lontano dai riflettori. Ma per la baby mamma di Ischia di appena 13 anni, il fidanzato di 17 ed i genitori dei giovani fidanzatini non è certo un’impresa facile. La notizia della nascita della piccola Noemi ha destato scalpore e alla porta dei baby genitori hanno già bussato decine di programmi delle tv nazionali. E così il primario del reparto di ginecologia di Ischia, Attilio Conte, dinanzi al cronista si trincera dietro un laconico «no comment» mentre Pasquale e Loreta, genitori della neo mamma, hanno cominciato a restare lontani da un telefono che fino a ieri mattina ha squillato più del centralino dei vigili del fuoco dopo i consueti allagamenti che spesso imperversano sull’isola verde. Rotocalchi televisivi e talk show si sono letteralmente scatenati per strappare un’intervista, qualche immagine o anche una semplice foto: ma fino a questo momento dall’altra parte della barricata hanno risposto picche. Don Carlo Candido, parroco della Chiesa di San Giuseppe della Croce, patrono dell’isola, elogia ed invia incondizionato sostegno sia alla madre che ai genitori dei due: «La loro è stata una scelta esemplare, che voglio rimarcare in maniera ulteriore perché figlia di una profonda fede cristiana. La vita è sacra, e credo che la vicenda di Ischia pur con tutte le incongruenze del caso possa servire da esempio a chi troppo spesso ricorre alla pratica dell’aborto. Ecco, mi auguro che la decisione della nostra giovanissima concittadina ed i sacrifici che sosterrà per crescere la piccola Noemi possano servire non soltanto a lei per maturare e crescere precorrendo i tempi, ma essere spunto di riflessione per tante persone che anche in circostanze meno problematiche dimenticano il valore dell’esistenza». Una posizione sposata dal vescovo Strofaldi e dalla Curia napoletana. Sulla vicenda torna a parlare anche il sindaco di Forio Franco Regine: «L’analisi dell’accaduto evidenzia che siamo in presenza di due famiglie oneste e laboriose - spiega - dunque il disagio e tutti gli annessi e connessi non c’entrano assolutamente nulla. Il comune sarà vicino ai due ragazzi e presto spero di poter andare a trovare Noemi, appena i riflettori su questa storia si spegneranno». L’impressione, però, è che il primo cittadino dovrà attendere ancora un bel po’.

Gaetano Ferrandino
04 novembre 2010

Mamma a 13 anni: per la Chiesa è un esempio contro l'aborto - Corriere del Mezzogiorno