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domenica 10 ottobre 2010

Diagnosi a distanza e disinformazione a tappeto

 

 frauenhaarfarn Mi vorrei complimentare vivamente con l’ecletticità degli esperti che in questi mesi si sono spesi come opinionisti e diagnosti a proposito di argomenti come la Sindrome di Alienazione Parentale (la PAS o SAP) e la violenza femminile.

Abbiamo potuto osservare pediatri ed ingegneri impegnarsi energicamente a favore della introduzione della PAS,  ovvero una presunta sindrome psichiatrica, nel nostro ordinamento giuridico e certificare l’esistenza di questa sindrome, rigettata dall’intera comunità scientifica internazionale, bollata da psichiatri come “scienza spazzatura”, non compresa nel DSM-IV, non rispondente ai criteri di sindrome, inventata da un personaggio controverso, Richard A. Gardner, apologeta della pedofilia  che pubblicava da solo le proprie opere scientifiche senza farle sottoporre a revisione da altri esperti e che infine si tolse la vita auto-accoltellandosi alla gola.

Adesso possiamo osservarli anche negare la depressione e la psicosi post partum che, al contrario della PAS, è una patologia riconosciutissima, presente nel DSM-IV e dall’amplissima documentazione.

Non so di preciso chi sia l’autore di questo articolo (il direttore di redazione, se non è un omonimo, appare essere laureato in economia e commercio) ma vorrei complimentarmi vivamente con lui o lei per essere riuscito/a a diagnosticare la sanità mentale sulla madre infanticida nel savonese solo leggendo le agenzie giornalistiche. Una cosa che non sarebbe riuscita neppure ad uno psichiatra coi poteri di Superman.

Con grande assertività si afferma già nel titolo la sanità mentale di una donna che non solo avrebbe ucciso il figlioletto di 3 anni ma si sarebbe anche lanciata in auto da un dirupo a scopo suicidario.

Si sostiene che il termine latino possa già, di per sé, mettere in soggezione i lettori. è latino, va bene, ma mi pare chiarissimo anche per un bambino di 4 anni. “Depressione post partum” e “depressione dopo parto” sono espressioni quasi identiche e “post” appartiene al linguaggio comune, non certo esclusivamente al linguaggio aulico né al linguaggio tecnico dei primari di psichiatria.

Ad ogni modo non sembra essere dello stesso avviso l’esperto che ha in cura la donna, come riferisce lui stesso in questa intervista. Anche in questo articolo di accenna al fatto che la donna fosse già caduta in depressione dalla nascita del suo secondo figlio e c’è l’opinione di un altro esperto. Non è certo se fosse in cura antecedentemente al fatto, invece, ma data l’asserzione viene da sospettare che i familiari abbiano riferito di un comportamento assimilabile ad uno stato depressivo.

Io non sono una psichiatra ma mi fido certamente più dell’opinione di uno specialista che ha visitato la paziente che di una “redazione” che usa presentare i fatti non distinti dalle opinioni e nessuna informazione certa a supporto. Anzi, troppo spesso ho letto le opinioni prevaricare i fatti.

Poi qualcuno mi spiegherà perché quando un uomo uccide la figlioletta è una  “tragedia della disperazione” mentre se è una madre ad uccidere il figlioletto, pur avendo partorito da 20 giorni ed avendo tutt’altro equilibrio ormonale non è le è riconosciuta alcuna psicosi post partum e perché se un violento assassino fa una denuncia falsa (con smentite mediche a supporto) per maltrattamenti sulla figlia (salvo poi ucciderla lui stesso) è quasi un gesto estremo per salvaguardare la bimba da altri presunti maltrattamenti (giusto! Da morta non potrà più essere maltrattata. Che idea brillante!) e quando le denunce le fanno le madri si interviene con la PAS che definisce A PRESCINDERE le suddette come bugiarde e psicotiche ed i padri come innocenti ingiustamente accusati.

I negazionisti della violenza sulle donne, una costante mediatica

In questi blog abbiamo citato spesso i negazionisti della violenza sulle donne, ad esempio in questo pezzo li possiamo ammirare mentre tentano di orientare l’opinione pubblica sul caso di Sarah Scazzi in maniera da scagionare lo zio ed incolpare la cugina. Li potete cogliere sul fatto anche qui, qui, qui, qui, nella categoria “misogini in azione”. Se ne comincia a parlare spesso. Esistono da molto ma la loro azione è divenuta sistematica ed organizzata solo da tempi relativamente brevi.

In principio fu l’associazione Falsi Abusi, che sostiene che la maggioranza delle denunce per abuso sui bambini sarebbe falsa. Oggi Falsi Abusi fa parte ed è cofondatrice dell’associazione  per la tutela dei minori Adiantum. Poi i maschilisti dei cosiddetti “movimenti maschili” hanno stabilito che le femministe fossero colpevoli di infangare l’intero genere maschile con le loro campagne contro la violenza sulle donne, motivo per cui qualche fanatico un po’ troppo osservante dei dettami di tali movimenti, ha deciso di boicottare con ogni mezzo, lecito ed illecito, qualsiasi sito internet o pagina su Facebook che osi elencare fatti di cronaca commessi da uomini contro donne o bambini e di, piuttosto, utilizzare siti e pagine clonate dagli originali per le donne allo scopo di diffondervi il contenuto opposto, ovvero fatti di cronaca sulla violenza delle donne.

Chi conosce bene il fenomeno sono soprattutto le operatrici dei centri antiviolenza, che quotidianamente vedono arrivare facce devastate, corpi massacrati in cerca di salvezza e subiscono gli assalti di picchiatori convinti che battere le proprie donne sia un sacrosanto diritto maschile e che le denunce siano, perciò, ingiuste.

Ne fa uno splendido ritratto Raffaella Mauceri, presidente del centro antiviolenza Le Nereidi di Siracusa, nell’articolo che segue.

Violenza di genere
Uomini veri e uomini no

Diffidenti, offesi o lamentosi. Ecco gli uomini secondo la descrizione di chi li conosce bene

Raffaella Mauceri

Così come c’è chi nega l’olocausto nazista, allo stesso modo, nonostante sia di un’evidenza che spacca gli occhi, c’è chi nega il fenomeno della violenza maschile sulle donne: una sorta di contro-fenomeno dal quale si possono evincere alcune tipologie di uomini. Vediamo quali.
In testa, ovviamente, mettiamo i maltrattanti, che sono circa un 30% del totale della popolazione maschile. Costoro non soltanto negano l’innegabile (del quale sono proprio gli autori) ma al contempo, chissà perché, odiano le volontarie dei centri antiviolenza al punto che cercano di scoraggiarle con velati consigli e anche con esplicite minacce. Poi ci sono i lamentosi cioè quelli che ci chiedono piagnucolando di aprire centri antiviolenza anche per gli uomini. “Ma perché – rispondiamo noi – voi non siete capaci di aprirveli da soli? Se davvero pensate di averne bisogno, apriteli, chi ve lo impedisce?” Seguono i diffidenti, cioè quelli che ammettono l’esistenza di una violenza maschile sulle donne ma ci accusano di esagerare per mostrificare gli uomini. Ma chi esagera? I dati mica ce li inventiamo noi, arrivano dall’Onu che è un organismo internazionale e massicciamente maschile! Seguono gli offesi, quelli che ci ricordano che gli uomini sono violenti ma lo sono anche le donne! Ma che notizia! Certo che lo sono! e per l’esattezza (sempre secondo dati internazionali) le donne sono responsabili del 2-5% della violenza che si consuma in famiglia. Il che significa che non costituiscono un fenomeno allarmante e devastante come la violenza maschile sulle donne, bensì la classica eccezione che conferma la regola. Altrimenti fateci vedere tutti questi uomini che finiscono al pronto soccorso gonfiati a botte dalle donne. Fateci vedere quante donne (che lavorano) si vanno a spendere lo stipendio all’osteria o per comprare sesso o per comprasi la macchina potente, lasciando marito e figli a casa senza mangiare. E soprattutto fateci vedere tutti questi mariti scannati dalle mogli!
Giusto, ribattono gli offesi, ma le donne fanno agli uomini una violenza psicologica sottile che non si vede ma che fa molto male. Vero, verissimo, altrochè! La violenza psicologica che certi uomini fanno alle donne, invece, raramente è sottile, di solito è molto grossolana, nel senso che le annichiliscono con gli insulti quotidiani, le parolacce, la volgarità, la richiesta di rapporti sessuali degradanti, la pornografia, il dileggio e la svalutazione continua. In più, le stuprano. In più, le pestano a sangue. In più, le affamano. In più, le tengono segregate. In più, le ammazzano. E ogni tanto le fanno a pezzi e le buttano nei cassonetti come spazzatura.
Ribadiamo fino allo spasimo che NON stiamo parlando di tutti gli uomini, ma solo ed esclusivamente degli uomini violenti. Tanto è vero che, quasi a ripagarci della crudeltà mentale e materiale dei suddetti, c’è una quinta tipologia di uomini splendidi e meravigliosi: i collaboranti cioè quelli che ci stimano, ci aiutano e ci affidano le vittime della violenza “altrui”, la violenza dei congeneri dai quali hanno preso le distanze. Giacché questi uomini intelligenti e meravigliosi sanno e hanno sempre saputo che, come dice uno slogan dei centri antiviolenza: Un vero uomo non picchia!
* Presidente provinciale Centri antiviolenza ‘Le Nereidi’
(14 maggio 2008)

Uomini veri e uomini no | Noi Donne .org

A proposito di sciacalli…

Sulla solita pagina Facebook usata per spargere odio contro le donne TUTTE e, in particolar modo, contro le femministe, con l’utilizzo di articoli falsi, dati manipolati, notizie riportate in modo strumentale e profili falsi di uomini travestiti da donne nella speranza di dimostrare che ci siano numerosissime donne masochiste e stupide a pensarla come i peggiori maschilisti misogini, oggi c’è questa nota

http://www.facebook.com/noviolenzadonne#!/?sk=messages&tid=1440113886237

di cui vi invito a visionare i commenti.

C’è un reo confesso, ci sarebbero solo da valutare eventuali complicità. Per quale motivo, allora, si tenta di far passare la cugina di Sarah, ovvero Sabrina, per la vera artefice dell’assassinio?

Non basta lo sciacallaggio sul cadavere di Sarah, spacciata da alcuni di questi personaggi per amante consenziente dello zio…

Se non leggete bene, basta cliccare sulle foto.

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E questo Benito Giua è un assiduo frequentatore di tutte le pagine antifemministe create dalla stessa matrice. Queste sono copie cache, visto che il profilo è stato giustamente bannato da Facebook.

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Interessanti i suoi amici! Padri separati, Adiantum, Eros Intuaidumeda, costanti rinvenibili in tutti i profili che prima o poi vanno sulle pagine gestite da donne a scrivere volgarità immani e molto spesso ad insultare la memoria di donne uccise da uomini. Guardate la lista delle pagine a cui era iscritto, tutte dello stesso stampo…

Oggi abbiamo fondati motivi di ritenere che Benito Giua si sia di nuovo trasformato in Elisabetta Bertolotto, mutuando il nome della donna recentemente macchiatasi di infanticidio nei confronti del figlioletto di 3 anni nel savonese e malata di psicosi post partum, e con il suo solito “stile” è arrivato sulla nostra pagina per l’insozzamento quotidiano.

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è solo uno snap ma ha scritto ovunque (ho salvato la pagina) ed ha molestato in privato anche alcuni iscritti alla nostra pagina. Almeno tre.

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In particolare, la terza è un messaggio riferitomi in privato da un amico.

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Ora, vi invito a leggere alcuni commenti lasciati da questi personaggi alla succitata nota allo scopo di scagionare Michele Misseri in quanto uomo e di accusare Sabrina Misseri in quanto donna.

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Notate come colei che giustamente chiamiamo Elisabetto insinua che ad uccidere sia stata proprio la cugina di Sarah, sulla quale neppure gli inquirenti hanno tale sospetto. Peccato che i lettori della loro pagina rispondano molto di rado alle aspettative del gruppo che amministra e fa squadra allo scopo di influenzare chi li legge.

Il vero colpo basso lo affonda colui che linka un orrendo video già famoso su Youtube per le schifezze che afferma. Furbamente lui insinua che il video in questione ha 30 mila visualizzazioni, ergo dev’esserci qualcosa di vero?  

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Elisabetto arriva persino a sostenere che “lo sospettano tutti”. Tutti chi? Neppure i commentatori veri lo sospettano. Basta leggere. Poi il “geniale” Intuaidumeda, che ormai dovrebbe essere universalmente noto su Facebook ed oltre per la sua “eleganza” nei confronti delle donne, dice che è strano perché lui non avrebbe mai confessato e, visto che non lo avrebbe fatto lui che, evidentemente, è il metro universale di valutazione dei comportamenti umani…Poi addirittura la negazione dello stupro…

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Sopra poi arriva, indicata dalla freccia nera, una velata minaccia. Verso chi? Ci sembra di riconoscere lo stile di qualcuno che ripropone molto spesso l’atteggiamento sottilmente minaccioso. Anche noi ricorderemo i nomi. Tiè. Ma, purtroppo, il video da lui suggerito, non sembra avere il risultato sperato: segnato dalla freccia rossa c’è lo sdegno di una lettrice munita di cervello.

Ancora una volta i lettori dimostrano di essere molto meno stupidi di quanto il gruppo dei sobillatori spera.

Ecco sotto il profilo di Elisabetto, lasciato aperto perché non è tanto furbo e non sa neppure trollare…

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Sempre gli stessi amici, ovvero Adiantum, negazionisti della violenza sulle donne ed Eros Intuaidumeda. Sempre le stesse pagine più quelle alle quali si è iscritto per diffondere infamie su Sabrina e scagionare Michele Misseri.

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In particolare, in bacheca possiamo leggere che pare essere intervenuto su una delle pagine aperte da donne per le donne (una delle tante clonate ed infamate dalla stessa banda)…

Anche qui posta il video vomitevole che assolverebbe Michele Misseri e che sostiene che se solo Sarah avesse consentito allo zio di abusarla, sarebbe ancora viva…

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La bella notizia è che da pochi minuti lo schifoso video è stato rimosso per violazioni delle condizioni d’uso.

Ma chi è questo personaggio? è purtroppo noto a moltissime ragazze che da lui sono state insultate e minacciate in privato. è noto anche per la frequenza con cui invade le bacheche delle pagine e dei gruppi femministi, lasciandovi insulti irripetibili.

Nessuno conosce il suo vero nome, giacché pare usare numerose identità, ma è verosimile che possa essere responsabile anche di quanto raccontato in questa nota:

http://www.facebook.com/note.php?note_id=142061729157405

Allora, mi chiedo, questa povera bambina è stata usata ed infangata in tutti i modi possibili, perché?

I maschilisti negazionisti hanno insinuato che fosse scappata da sola, che fosse una poco di buono. Una volta scoperta la tragedia sono sorti gruppi in favore del suo aguzzino ed i soliti negazionisti riempiono la rete di video ed affermazioni vergognose su di lei e sulla sua famiglia.

Ora la sua morte è anche usata da alcuni membri del movimento dei padri separati allo scopo di dimostrare che le donne (non solo le femministe o le nazifemministe, come sostengono gli interessati senza sapere di starsi già macchiando di istigazione all’odio e di fomentare discriminazione ideologica) sono le vere violente, che Misseri sia solo una vittima.

Si è sparsa sui quotidiani la notizia della comparsa di un profilo chiamato Sarino Scazzi con la probabile foto del cadavere della povera ragazzina all’obitorio.

Ma cosa vi ha fatto questa ragazza che non aveva neppure ancora mai cominciato a vivere, mai dato un bacio ed è stata oltraggiata mostruosamente? Solo perché è nata donna, non basta la punizione inflittale con l’uccisione e lo stupro, ma va infangata ed usata per potere spacciare idee false, concetti strumentali allo scopo di scagionare tutti gli uomini violenti dalle accuse che pendono loro sul capo?

E mi dispiace per le donne iscritte alle vostre pagine e che tentano sempre di vedere in voi qualcosa di buono, cascando nella diffamazione del femminismo che operate quotidianamente.

Non c’è assoluzione per chi usa le proprie facoltà intellettive stupidamente o con intenti criminosi.