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mercoledì 6 ottobre 2010

Il bullismo è un valore per i movimenti maschilisti

 

home_1_00 I deliranti programmi dei movimenti neomaschilisti come Uomini3000 e Maschi Selvatici sono linguisticamente interessanti per l’arte di presentare una boiata ai limiti della legalità infiocchettata da un linguaggio retorico. Tanto per cominciare, per poter vivere più a lungo e navigare sott’acqua senza immediatamente attirarsi gli strali dell’intera società hanno abolito la desinenza –isti e si spacciano per “movimenti maschili” mettendosi indebitamente sullo stesso piano di Maschile Plurale che, al contrario di Uomini 3000, è un vero movimento maschile che ha programmi e scopi del tutto opposti al maschilismo e del tutto affini al femminismo, ovvero l’integrazione realmente paritaria, la reinterpretazione dei ruoli, l’estirpazione degli atteggiamenti sessisti, machisti, retrivi, patriarcali ed anacronistici.

Io considero questo travestitismo maschilista niente di meno che un atto di subdola vigliaccheria, una delle loro tante mistificazioni a scopo bellico. Vanno capiti, sono talmente invasati che hanno lanciato una vera e propria chiamata alla guerra contro il femminismo e qualsiasi minimo diritto femminile mai ottenuto, anche senza alcun intervento del femminismo. Nascondere la loro reale identità serve loro ad insinuarsi nei mezzi di informazione e riscuotere le simpatie di qualche donna impietosita e perennemente in competizione con le altre donne per stracci di maschio. Se ammettessero apertamente di essere maschilisti, senza indorare la pillola, resterebbero anche agli occhi dei più tonti solo quattro gatti sfigati insicuri, pieni di rancore e nostalgici di un passato medievale in cui le donne erano serve e la competizione tra i sessi non era un pericoloso spettro che minacciava di carpire loro un minimo di potere.

Al limite dell’infiocchettamento linguistico dei concetti inseriti nei loro programmi, troviamo perifrasi così inspiegabili che, per fortuna, qualcuno ha sentito il bisogno di tradurle in un termine universalmente conosciuto. Per capirci meglio, è ciò che succede quando i disabili vengono rinominati “differentemente abili”, anche se in questo caso la necessità è quella di restituire ad una categoria la propria dignità ricordando che il corpo umano sa supplire meravigliosamente alla perdita di alcune sue funzioni con lo sviluppo collaterale di altre funzioni.

In questa specie di manifesto c’è l’interessantissima frase (uno dei picchi, forse il picco del delirio):

“Contro la criminalizzazione scolastica della vitalità maschile (bullismo) “Pulci_-_Il_Pulciaro_Vignetta_contro_il_bullismo_nelle_scuole

Meno male che si sono resi conto che nessuno avrebbe mai potuto capire che “la criminalizzazione scolastica della vitalità maschile” non è altro che la criminalizzazione del bullismo. Nessuno avrebbe potuto capire anche perché sarebbe sembrato troppo assurdo per essere vero. E invece…

Quindi il bullismo per loro non è altro che l’espressione della vitalità maschile in ambito scolastico. E io che pensavo che il bullismo fosse tipico di ragazzini problematici, espressione di difetti di comunicazione, di ritardo evolutivo, di alterazione dei valori, di malessere dovuto alla provenienza da famiglie disagiate. Possibile mai che picchiarsi, spintonare ragazzine, manomettere le auto dei professori, derubare compagni di classe con coltellini, insultare crudelmente chiunque sia vagamente “non conforme” sia una manifestazione di vitalità maschile? In effetti in altri punti si accenna a questa necessità di non frenare “il maschio” nelle sue espressioni di vitalità :

“Contro la domesticazione e la mansuetizzazione degli uomini.”

Eh già, sennò che maschi selvatici sarebbero.

A me queste espressioni rievocano immagini di trogloditi che si rotolano nel fango liberi di emettere i loro gas corporei con un certo orgoglio e di darsi la clava in testa a vicenda in allegria. Vorrei ricordare a questi signori che l’invenzione del galateo (mai sentito parlare di un certo Giovanni Della Casa?), dei cicisbei, delle camicie di merletto, dei modi raffinati, dei dandyes è del tutto MASCHILE, così come l’omosessualità è nata in tempi assolutamente non sospetti e fior di filosofi e letterati greci e latini insegnavano la pacatezza dei modi, la serietà, l’importanza dell’affermazione della mente sul corpo.

Il termine “civilizzazione” è stato inventato da uomini antichissimi, di certo non maschilisti.

Le donne, si sa, hanno avuto ben poco spazio nella storia, per cui se la prendessero con se stessi.

Il femminismo non c’entra una cippa con alcun vago concetto di “domesticazione e mansuetizzazione” a meno che il chiedere di non essere violentate, picchiate ed uccise come donne non sia un freno alla libera espressione maschile.

E, in effetti, temo di intravedere qui e là una sorta di richiamo al diritto di molestare donne nel nome della “restituzione agli uomini dell'innocenza e dell'onore” (niente di più semplice. Ancora oggi moltissimi uomini non sono condannati per le violenze sessuali o gli omicidi di cui si sono resi colpevoli) e nel nome della “difesa della selvaticità e degli istinti maschili”. Soprattutto quest’ultima frase mi preoccupa. Che significa? Che se un “maschio” sconosciuto ha l’istinto di palparmi il culo io devo lasciar fare? Non devo considerare molestia l’essere seguita ed apostrofata per strada in base alla taglia del mio reggiseno? Devo abbozzare un sorriso compiaciuto se vengo violentata perché tanto non è che libera espressione degli istinti maschili?

Allora, intanto, saranno contenti di leggere questa notizia. Un ragazzino, nella sua libera espressione di vitalità maschile ha ridotto un altro ragazzino al limite della vitalità, ovvero in ospedale in prognosi riservata. Ecco, ora speriamo che non lo criminalizzino, giusto? Proponiamo un premio come esempio di espressione di vitalità ed istinti maschili.

Ciò che davvero maggiormente mi irrita e mi rende questi signori degni di profonda compassione è il loro porsi a difesa di un genere maschile che essi non rappresentano se non in minima parte.

Un po’ dev’essere dovuto alla loro ignoranza della storia (non devono aver compiuto studi classici, altrimenti avrebbero scoperto in Seneca un nemico dei loro programmi) e molto alla loro arroganza e presunzione nel farsi interprete di mezza umanità che in gran parte non si rispecchia minimamente nei loro programmi.

I “nerds”, per esempio, i “secchioni della classe” non sono certo il frutto del femminismo! Eppure sono costantemente oggetto di dileggio o molestia da parte dei maschi in stretto contatto con la loro parte più selvaggia. Che a loro piaccia o meno, ci sono uomini dotati di sensibilità, passati alla storia per le abilità letterarie, per la poesia, per il loro struggimento nell’osservare il mondo seduti dietro ad una siepe o nell’idealizzare donne che potevano solo scorgere alla finestra, per la capacità di astrazione.

Che a loro piaccia o meno, chi ha davvero colpevolizzato la libera espressione degli istinti maschili nei secoli dei secoli è stata la religione e questo perché le donne erano viste come strumento del demonio, come coloro che avevano la colpa di suscitare istinti turpi nell’uomo con le loro forme, motivo per cui, per avvicinarsi a Dio, è stato inventato l’ascetismo e il celibato ecclesiastico poiché il solo pensiero del sesso era sporcizia e risposta al richiamo di Satana.

Insomma, nell’incoerenza e nella sconclusionatezza dei vostri programmi neomedievali, parlate per voi e riprendetevi la giusta definizione di “maschilisti” giacché sapete benissimo che moltissimi uomini disprezzano il maschilismo e certi richiami all’inciviltà.

Alla voce “maschilisti in rete” troverete altri post sull’argomento di scottante attualità.