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domenica 12 settembre 2010

Il documento della Associazione Spagnola di Neuropsichiatria sulla PAS

noPAS

Dal Dott. Andrea Mazzeo, medico psichiatra, la traduzione dallo spagnolo del documento con cui l’Associazione Spagnola di Neuropsichiatria ha motivato la sua condanna della PAS ( conosciuta anche come Sindrome di Alienazione Parentale, SAP).

è l’ultimo, in ordine temporale, dei contributi gentilmente fornitici dal dottor Mazzeo sul tema della PAS, di stretta attualità in prospettiva della sua introduzione dell’ordinamento giuridico italiano attraverso il ddl 957, ovvero il cosiddetto affido condiviso-bis.

Ci riserviamo di pubblicare anche i precedenti contributi nell’immediato futuro.

 

L’Associazione Spagnola di Neuropsichiatria (AEN) fa la seguente dichiarazione contro l’uso clinico e legale della cosiddetta Sindrome di Alienazione Parentale (e altri termini con i quali si riproducono gli stessi contenuti e gli orientamenti pratici della PAS: «La utilizzazione della cosiddetta “Sindrome di Alienazione Parentale” (da ora in avanti PAS), o quella di una denominazione alternativa ma con la medesima potenzialità, per spiegare e cercare di risolvere i problemi di relazione tra genitore e figli nel corso di una situazione di crisi matrimoniale ‐ una delle possibili reazioni ‐ è una preoccupante realtà ogni volta più comune». Guía de Criterios de Actuación Judicial Frente a la Violencia de Género del Consejo General del Poder Judicial de 2008).

La frequenza e complessità crescente dei casi di conflitto legale, in seguito a separazione o divorzio, per l’affidamento di un minore, è un fatto ben conosciuto . Queste situazioni di conflitto per conseguire il potere nella relazione attraverso l’affidamento del minore, pongono il bambino in un conflitto di lealtà e possono portare, se non si curano adeguatamente, a situazioni che danneggiano la salute mentale del bambino/a.

È in questi casi che si rende più necessario e urgente il lavoro coordinato e basato su criteri comuni, dei professionisti della salute mentale e dei professionisti della giustizia.

L’essenza della cosiddetta sindrome di alienazione parentale, secondo l’autore che la inventò e le conferì lo status de sindrome “medica” (Gardner, 1985), se riferisce alla “programmazione” o “lavaggio del cervello” fatto da un genitore sul bambino, con la finalità di “denigrare” e “vilipendere” l’altro genitore (aggiungendosi elaborazioni “costruite” dallo stesso minore) per giustificare in questo modo la resistenza del bambino/a a mantenere una relazione con detto genitore, che si definisce come alienato.

Negli ultimi anni in Spagna, come in altri paesi a noi vicini, sono andati infiltrandosi nelle sentenze giudiziarie, sotto la supposta rubrica scientifica della PAS, argomenti per la modifica dell’affidamento e altre azioni legali di enorme ripercussione per il bambino e la famiglia; argomenti tuttavia non accettati da un’ampia maggioranza di professionisti della salute mentale.

Crediamo che il successo che ha avuto il termine nel campo giudiziario si deve al fatto che si tratta di una risposta semplice (e semplicistica) ad un grave problema che preoccupa e satura i tribunali di famiglia, facilitando argomenti pseudo-psicologici o pseudo-scientifici (Escudero, Aguilar y de la Cruz, 2008 a, b) agli avvocati dei genitori in conflitto per l’affidamento dei figli. Questa spiegazione può aiutare a capire perché è stata accettata, nonostante la sua mancanza di rigorosità, senza porsi ulteriori domande.

Il rischio attuale che questa “artificiosa costruzione di realtà” si infiltri anche nei sistemi diagnostici internazionali, come il DSM-V, ha fatto sì che molte associazioni e professionisti di numerosi paesi si pronuncino contro questa supposizione.

SECONDO L’ASSOCIAZIONE SPAGNOLA DI NEUROPSICHIATRIA

Le basi sulle quali è stato costruito il “castello in aria” della PAS corrispondono alla descrizione che ne fece R. Gardner nel 1985 basandosi sulle sue opinioni personali e con autocitazioni.

In uno dei suoi articoli considerati “seminali”, di 16 riferimenti bibliografici, 15 corrispondono ad autocitazioni di lavori dello stesso Gardner (2004).

La PAS presuppone un grave tentativo, quello di medicalizzare ciò che è una lotta di potere per l’affidamento di un figlio. Si vengono così a spiegare le complesse dinamiche delle interazioni familiari sulla base della “programmazione” del bambino fatta dal coniuge denominato “alienatore” con l’obiettivo di denigrare il coniuge “alienato”. Presuppone un abuso dell’utilizzo dello “psichiatrico-psicologico” che evita, così, di considerare il ruolo che gioca nel conflitto anche il coniuge considerato “vittima” dell’“alienatore”. Né cerca altre spiegazioni come il fatto che il rifiuto può essere una reazione attesa o giustificata del bambino dopo una separazione dei genitori, che nella maggioranza dei casi in cui non c’è stata violenza familiare, suole risolversi dopo un po’ di tempo.

La discriminazione di genere nelle descrizioni della PAS è innegabile. La maggioranza dei coniugi “alienatori”, secondo Gardner, sono “donne che odiano gli uomini”. Qualsiasi tentativo di queste per ribellarsi di fronte al rischio del ritiro dell’affidamento del figlio, si traduce in nuove prove dell’alienazione e della programmazione cui sottomettono il figlio. D’altro canto qualsiasi tentativo di protestare del bambino o bambina si traduce, in base ai criteri diagnostici che Gardner inventò, in nuovi sintomi della sua programmazione. I terapeuti che argomentano contro la PAS si traducono anche, secondo Gardner, in soggetti vulnerabili alla programmazione che giungono a far parte di una specie di “follia a tre”, secondo le parole dello stesso Gardner (1999). È come dire, contro qualsiasi approccio scientifico, che la PAS si costruisce in un modo che mai possa essere confutato perché qualsiasi tentativo di confutazione lo trasforma, per se stesso in verità.

Basandosi sulla diagnosi di PAS non si ascoltano le proteste o le accuse del bambino (e della madre) di maltrattamenti o abusi. Anche se Gardner specifica che in caso di abuso non si deve diagnosticare la PAS, il rischio di lasciare un bambino, le cui lamentele sono squalificate e non ascoltate perché considerate prodotto di una programmazione, nelle mani del genitore violento è molto elevato. A questo si aggiunge che i tentativi di proteggere il bambino da parte dell’altro genitore si traducono in bugie e nuovi tentativi di “programmazione”. Si lascia nelle mani di un potenziale abusante un bambino isolandolo dal suo unico vincolo di protezione.

D’altro canto è stato dimostrato, proprio dal Consiglio Generale del Potere Giudiziario, mediante un minuzioso studio di 530 sentenze, che di tutte, solo una – nella quale è la stessa donna a negare la veridicità del suo primo testimone – potrebbe caratterizzarsi come falsa denuncia. Secondo il CGPJ, sulla base di questo studio (2009) si dimostra che le supposte false denunce per violenza di genere costituiscono un “mito” (13 ottobre 2009).

La “terapia” che Gardner propone per terminare con la supposta “programmazione” e che egli stesso denominò “terapia della minaccia” chiude qualsiasi possibilità di uscita ad un bambino/a vittima di abusi di sfuggire alla situazione temuta. Minacciare con il carcere o impedire le visite al coniuge (usualmente la madre) con cui il bambino ha il legame più stretto, costringe la bambina/o ad accettare la relazione con il genitore litigante.

BASANDOSI SU QUANTO PRECEDENTEMENTE SCRITTO LA AEN CONCLUDE

Che la PAS così come la inventò Gardner non ha nessun fondamento scientifico e si intravedono gravi rischi nella sua applicazione in Tribunale.

LA AEN RACCOMANDA

Che le complesse e con frequenza violente, o quanto meno altamente conflittuali dinamiche familiari che sfociano in un litigio per l’affidamento di un minore, devono essere studiate specificamente, vale a dire, caso per caso.

Che il professionista della salute mentale non può avere il ruolo di affermare la verità o falsità di un assunto, aspetto che compete al Tribunale. Allo stesso tempo, i giudici non devono utilizzare le équipes tecniche assegnate, e se sono richiesti, dai professionisti della salute mentale, costrutti tali come quelli contenuti nella PAS (sia con questa terminologia sia con altra) per la sua origine concettuale retorica ma in nessun caso scientifica, e per questo con un enorme potenziale di danno su minori e adulti privati di ogni possibilità di difesa (poiché essendo “diagnosticati” ogni tentativo di difesa si traduce in autoconferma della diagnosi assegnata).

Che gli argomenti che i professionisti della salute mentale apportano ai professionisti della giustizia debbono basarsi sulla letteratura scientificamente accertata e non in mere ripetizioni di ricette sempliciste di un caso estrapolato ad un altro.

Che vi sia una diffusione nei circoli professionali della salute mentale e della giustizia su come si è giunti alla costruzione di questa supposta sindrome, delle gravi conseguenze della sua applicazione e delle raccomandazioni di lavoro coordinato tra i campi professionali della salute mentale e della giustizia.

Data la tradizione propria della AEN e il suo capitale umano di professionisti e coscienti del rischio che concetti pseudoscientifici come quello qui accennato proliferino grazie ad interessi diversi, estranei a quello della salute mentale, raccomandiamo e offriamo la nostra capacità per costituire un gruppo di lavoro che possa approfondire il tema da un punto di vista professionale.

25 de marzo de 2010

La Junta Directiva de la Asociación Española de Neuropsiquiatría

Miembro de World Psychiatric Association, World Federation For Mental Health y de Mental Health Europe

C/ Magallanes, 1 – sótano 2, local 4 – 28015 MADRID Tel 636 72 55 99 fax 34 91 847 31 82 email:aen@aen.es Web: www.aen.es

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

- Documento de la AEN: La construcción teórica del Síndrome de Alienación Parental de Gardner (SAP) como base para cambios judiciales de custodia de menores. Análisis sobre su soporte científico y riesgos de su aplicación. (2008). Escudero, A.; Aguilar, L. y de la Cruz, J. (Dir.). [Artículo en línea]. Obtenido de http://www.aen.es/biblioteca-ydocumentacion/documentos-e-informes-de-la-aen/doc_details/52-la-construccionteorica-del-sindrome-de-alienacion-parental-de-gardner-sap. (Asoc. Esp. Neuropsiq.)

- Escudero, A., Aguilar, L., de la Cruz, J. (2008). La lógica del Síndrome de Alienación Parental de Gardner (SAP): «terapia de la amenaza». Rev. Asoc. Esp. Neuropsiq., 28, 102, 83-305.

- Guía de Criterios de Actuación Judicial Frente a la Violencia de Género. (2008). Consejo General del Poder Judicial.

- Gardner, R. A. (1985). Recent trends in divorce and custody litigation. Academy Forum, 29, 2, 3-7.

- Gardner, R. A. (1999). Family therapy of the moderate type of parental alienation syndrome. The American Journal of Family Therapy, 27, 195-212.

- Gardner, R. A. (2004). The relationship between the Parental Alienation Syndrome (PAS) and the False Memory Syndrome (FMS). The American Journal of Family Therapy, 32, 79–99.

- Grupo de expertos y expertas en violencia doméstica y de género del CGPJ. (2009). Estudio sobre la aplicación de la Ley integral contra la violencia de género por las Audiencias Provinciales. Obtenido de http://www.poderjudicial.es/eversuite/GetRecords?Template=cgpj%2Fcgpj%2Fobservatorio.htm

- Notificación del Consejo General del Poder Judicial con fecha del 13 de octubre de 2009. El CGPJ informa: Se rompe el mito de las supuestas denuncias falsas por violencia de género. Sólo 1 de las 530 resoluciones estudiadas podría encuadrarse como denuncia falsa. (Se remite al estudio del Grupo de expertos y expertas del CGPJ referida anteriormente.

(L’originale: http://www.aen.es/docs/Pronunciamiento_SAP.pdf)

 

            Dr Andrea Mazzeo, medico psichiatra