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martedì 12 ottobre 2010

“Donne Assassinate” di Ruben De Luca (intervista all’autore, prima parte) – II

Di seguito alla presentazione del libro, uscito  a Gennaio 2009, riporto volentieri l’intervista in due parti all’autore, ad opera di Arianna Ascione. Vi troveremo le risposte alle domande che sono nate più o meno nella testa di tutti, soprattutto in occasione degli ultimi e più cruenti fatti di cronaca e del costante peggioramento del fenomeno. Capiremo perché alcuni casi destano attenzione più di altri e quali molle psicologiche spingono alcuni uomini ad esercitare violenza sulle donne fino alle estreme conseguenze.

"Donne Assassinate": l'analisi del femminicidio secondo Ruben de Luca. Prima parte dell'intervista

Pubblicato da Arianna Ascione, Blogosfere staff alle 08:00 in Libri

donne-assassinate-de-luca.jpgUn libro agghiacciante. La cronistoria di alcune delle più efferate violenze compiute contro le donne. E' di questo che parla Ruben de Luca nel suo libro, "Donne Assassinate" edito da Newton Compton.

Secondo te, tra quelli di cui parli nel libro, qual è il caso che ha sconvolto più di tutti e ha fatto parlare (nel passato e nella cronaca recente)?

"Dal punto di vista dell'opinione pubblica, sono diversi i casi sconvolgenti, forse quello che ha catturato più di tutti l'immaginario collettivo è stato il delitto di Simonetta Cesaroni a via Poma, un caso su cui è stato detto davvero tutto e il contrario di tutto. Se vuoi sapere quelli che hanno più sconvolto me mentre scrivevo il libro, ti rispondo subito. Il caso di Angelo Izzo, il "mostro del Circeo", trovo che sia uno dei più allucinanti in assoluto, per l'efferatezza dei crimini e per la dabbenaggine degli psicologi che lo hanno rimesso in circolazione. Vedi, Izzo ha compiuto un crimine identico a quello del Circeo, avvenuto nel 1975, dopo aver trascorso trent’anni in carcere. Gli psicologi che lo hanno esaminato si sono lasciati abbindolare dalle sue belle parole di pentimento e di “acquisita consapevolezza dei suoi errori” e hanno voluto dargli “un’altra possibilità”, occasione che Izzo ha afferrato al volo per uccidere ancora. Purtroppo, molti psicologi e psichiatri sono affetti loro stessi da un delirio di onnipotenza per cui ritengono di poter curare qualsiasi patologia. Bisognerebbe rendersi conto che non tutti i criminali sono curabili e che, per certi soggetti, semplicemente non c’è niente da fare: l’unica soluzione è rinchiuderli da qualche parte e buttare la chiave. E invece, purtroppo, spesso i diritti dei criminali hanno più valore di quelli delle vittime. A questo proposito, mi sconvolgono anche tutti i casi di omicidio di fidanzate preceduti da una massiccia attività di stalking, perché si sarebbe potuto fare qualcosa per impedirli e invece si è rimasti a guardare mentre si materializzava la tragedia. Penso a Luca Delfino lasciato sulle strade a perseguitare Maria Antonietta Multari, finché non l’ha uccisa, mentre era fortemente indiziato per l’omicidio di Luciana Biggi, e penso anche a Deborah Rizzato che aveva registrato le telefonate minacciose del suo “fidanzato”, Emiliano Santangelo, e le aveva fatte ascoltare alle Forze dell’Ordine, e nessuno ha fatto niente. E Deborah Rizzato è stata uccisa"

Nel libro parli di moltissimi delitti maturati in ambito familiare. Come mai subito dopo l'enfasi del momento l'opinione pubblica sembra dimenticarsene? Cosa si può fare per spingere l'opinione pubblica a "combattere" la guerra contro la violenza sulle donne (belle parole dell'8 marzo escluse)?

"L'opinione pubblica ha bisogno sempre di nuovo sangue e nuove emozioni. Ci stiamo abituando a un’informazione “da fast food”, per cui riceviamo la notizia, la metabolizziamo in fretta, per quanto sconvolgente possa essere, e la digeriamo così siamo pronti per la prossima notizia dell’orrore. La violenza sulle donne, sotto tutte le forme possibili e immaginabili, è qualcosa di terribilmente comune fin dalle epoche più remote, per cui non traumatizza gli spettatori più di tanto. La donna è la vittima per eccellenza e, purtroppo, esistono ancora moltissimi uomini dalla mentalità gretta e arcaica che ritengono che, quello che avviene all’interno di un nucleo familiare, siano “affari privati” nei quali non ci si deve intromettere. La nuova legge sullo stalking fornisce finalmente uno strumento concreto per intervenire, ma prima deve cambiare la mentalità delle persone. Finché esisterà un giudice come quello che ha concesso le attenuanti al rumeno che ha stuprato e ucciso Francesca Reggiani a Roma, credo che la situazione sia veramente triste: secondo le sue aberranti motivazioni in un certo senso è stata colpa della vittima se è stata uccisa, perché si è ribellata troppo e non si è lasciata rapinare e violentare, così il suo aggressore ha dovuto impiegare una quantità di forza superiore a quella necessaria e così “ci è scappato” l’omicidio. Ma non si vergogna questo giudice? Perché nessuno si indigna per questa sentenza allucinante? Mi dispiace di essere pessimista, ma, in realtà, credo di essere solo realista: non credo che le cose cambieranno mai più di tanto. Questo è un mondo pensato e fatto a misura dei maschi e la maggior parte di essi continua a pensare che le donne siano degli oggetti, delle “proprietà”. Anche quelli che fingono di essere evoluti, spesso in un angolino del loro cervello continuano a desiderare di esercitare una qualche forma di controllo sulle donne che li circondano. Fortunatamente, la maggior parte di essi non arriva a stuprare e uccidere, ma il DNA dell’uomo cavernicolo è rimasto nei nostri geni ed è questa la tesi principale del mio libro. D’altra parte, praticamente tutti i mali e i crimini del pianeta li provochiamo noi maschi: violenze, omicidi, guerre, genocidi, brutalità di ogni tipo. Qualcosa vorrà pur dire, no?"

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