Web Toolbar by Wibiya

giovedì 14 ottobre 2010

Come cresce magicamente una pagina-bufala (attenti agli imbrogli su Facebook!)

Qualcuno di voi si starà chiedendo come sia possibile che una pagina che si chiama come le nostre pagine autentiche, ovvero NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE ma che ospita quasi solo articoli che parlano di padri maltrattati, di donne violente, madri degeneri e assassine, femmine avide e crudeli che riducono gli uomini in miseria, i cui commentatori fissi sono carichi di odio verso le donne, proceda allegramente verso i quasi 220 mila iscritti.

La risposta è semplicissima, anche se laboriosa da spiegare, ma il concetto alla base è elementare: l’inganno.

Studiamo il macchinoso procedimento attraverso cui questo inganno si realizza:

Chiunque di voi può ricevere da un suo contatto ( quasi certamente fasullo, dopo vedremo quali) un invito ad aderire ad un gruppo come quello che trovate a questo indirizzo : http://www.facebook.com/group.php?gid=256145372479&v=info e che appare così dai risultati Google. Anche se tutto è, come sempre, pubblico, coprirò ugualmente per privacy i suoi iscritti visibili. Se le foto sono poco leggibili, cliccateci sopra.

gruppoNoaqualsiasiformadiviolenzaparticolare2ed

Chi non si iscriverebbe più che volentieri ad un gruppo che si dichiara contro qualsiasi forma di violenza? Osservate la lista delle sue amministratrici e la stupenda ragazza bionda cerchiata in foto.

Adesso accediamo al gruppo attraverso Facebook per veder ricomparire i cognomi dei membri.

gruppoNoaqualsiasiformadiviolenzaparticolare3eded  

L’adorabile biondina nella foto patinata e un po’ troppo professionale si chiama Sara Conti. Cosa succede se ci iscriviamo al gruppo in questione?Succede che ci arrivano messaggi come questo:

sara Contied

Questa splendida ragazza chiama tutti “amore”. Che espansiva, non trovate? Sostiene che gente “violenta ed in malafede” la stia attaccando, poverina. Come non aiutarla! Dopo ci dà anche un bacio!

E quale sarebbe la sua pagina? Ma questa! Vi aspettavate che ad amministrarla ci fosse una tale bellezza? Io no. A dire il vero io e molte altre persone sappiamo benissimo chi amministra quella pagina. Non è un mistero, se si hanno occhi attenti.

Ma osserviamo il profilo di Sara, tanto è aperto e qualcosa ci dice che non ci denuncerà mai perché creare false identità sul web con le quali prendere in giro la gente è contro la legge italiana :  http://www.giovani.it/computer/news/falso_nome_web_reato.php

saracontiprofiloed1 

Questa è la sua bacheca esposta (eh sì, non tutte le ciambelle riescono col buco) dalla quale si evince che la pupa fa solo amicizia ma non interagisce granché.

saracontibachecaed

Facciamo attenzione a città, stato civile e frasettina ammiccante/seducente. Noi siamo attente ma visto il numero di babbei che ti danno l’amicizia, cara Sara, non tutti sono attenti quanto noi.

Chissà quanti avranno pensato : “Oooh, che fortuna! Questa stupenda ragazza che mi ha chiamato “amore” è pure single!  E cerca persino una relazione! Un appuntamento! Quasi quasi ci provo. Chissà se ci sta! “. Temo che costoro rimarrebbero molto delusi.

Facciamo caso alle sue preferenze in fatto di musica (“bisogna fare l’amore, farlo per ore”???) e cinema. Notiamo Harry Ti Presento Sally, Pretty Woman, Nuovo Cinema Paradiso.

A quali altre pagine sarà iscritta? Ecco la lista.

saracontipagineed

Curiosamente Sara appare iscritta ad una gran quantità di pagine tutte sui padri separati e contro il femminismo. Quelle sottolineate in violetto sono alcune delle pagine rubate a donne, femministe o meno, ed uomini impegnati per i diritti delle donne. Le pagine sono state sottratte col metodo della clonazione: una nuova pagina identica viene creata; la pagina originale viene bombardata di segnalazioni fino a causarne la chiusura; resta in piedi la pagina-clone amministrata da chi ha ordito il complotto.

 

saracontipagine2ed

sara contipagine3ed

Le pagine clone di pagine femministe presentano contenuti invertiti ideologicamente, ovviamente a favore degli uomini e della PAS.

Adesso diamo un’occhiata ad un paio di pagine che non sembrano parlare sempre di poveri papà suicidi e di mitologiche nazifemministe. L’argomento cambia drasticamente. Vediamo, per esempio, Pane e Nutella e La Fiaba:

1) Pane e Nutella, immagine : (http://img844.imageshack.us/img844/2169/paneenutella14ottobre.jpg)

A quanto pare, la pagina va praticamente in automatico con l’uso di un feed burner collegato alle note della solita pagina NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE. Ci sono note su Sarah Scazzi che cercano di orientare l’opinione dei lettori verso la colpevolezza della cugina (ne abbiamo parlato nel post “A proposito di sciacalli…”), note in cui si parla di madri assassine, di pugnalatrici, di donne che portano le figlie a prostituirsi, di donne che cercano di vendersi le figlie per (si suppone) traffico d’organi, di donne che fanno sesso per ottenere favori, di donne che usano trucchi e strategie da manipolatrici per tirarsi fuori da situazioni sgradite, di uomini scagionati da accuse e di poveri paparini vestiti da mafiosi (certo che così conciati non fanno poi tanta pena, eh) che si lamentano di essere sfruttati.
Non troverete mai, su pagine come queste, alcuna menzione riguardo i più che numerosi processi per stupri reali, terminati con ingiuste assoluzioni per insufficienza di prove, in quanto in dette pagine non è contemplata la possibilità di empatizzare con donne abusate, violentate, picchiate o uccise.

Ora diamo un’occhiata a La Fiaba: http://www.facebook.com/group.php?gid=256145372479#!/lafiaba

2)La Fiaba, immagine:
 http://img801.imageshack.us/img801/6198/lafiaba14ottobre2010.jpg

Incredibilmente, questa pagina nasce come pagina davvero dedicata alle favole e poi muta. Progressivamente appaiono le prime note che parlano sempre di bigenitorialità (un termine che significa un’ovvietà perché tutti abbiamo due genitori. Un neologismo scelto apposta per ragioni di marketing, per essere incontestabile. Chi potrebbe, infatti, mai affermare di essere contrario alla bigenitorialità? Eppure viene usato per nascondere la campagna a favore dell’affido condiviso-bis e la campagna contro il femminismo, accusato di essere per la “monogenitorialità”. Ma quando mai è stato così?).

I posts sono vecchi, la pagina è un po’ abbandonata. Si vede che un minimo di pudore prima o poi  torna a tutti.

Ma più probabilmente, non volevano ritrovarsi coperti da commenti come questi :

fermareinfibulazioneed

dormireabbracciati2

E, infatti, anche nella pagina sulle favolette un paio di signorine sottolineano che non esistono solo i padri. Non tutti gli utenti di Facebook dormono.

Ad un certo punto si afferma che la loro pagina NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE sia tornata magicamente su facebook dopo un mitologico attacco hacker. Condotto da chi? Dalle femministe, ovviamente! Il mondo è pieno di femministe naziste che odiano i padri per principio e fanno le hacker, no? Ovviamente pochi lo sanno ma Facebook è schermatissimo contro gli hacker. Il massimo che si possa fare è usare qualche programmino per decrittare la password e violare profili privati ma è cosa per esperti. Cosa che infatti qualcuno, chissà chi, ha fatto proprio sui profili privati di alcune femministe, violandoli, arrivando a cancellarne le note sotto i loro occhi ed a deriderle. Che strano, vero?

E dire che quest’ultima perla dell’abuso virtuale condotto dai maschilisti l’ho scoperto navigando e rinvenendo questa nota .
Così come pervenutogli da “amica taggata nella nota”, ha scoperto quel che segue nello scritto. C’è da dire che certa gente è sempre al posto giusto al momento giusto e si ritrova sempre le amicizie giuste. E se quell’amica, invece, non fosse una persona reale ma solo un profilo fasullo usato come cavallo di troia?

Ora diamo un’occhiata ad un paio di pagine rubate alle femministe con il metodo della clonazione.

Per esempio:

confrontopagineassociazionedonneunitenelmondo

Sembra la vecchia pubblicità delle lenzuola uguali ma lavate con due detersivi differenti. Quale sarà la pagina lavata col detersivo dell’odio furibondo verso le donne? A sinistra abbiamo la pagina falsa e a destra la pagina vera.

Il clone contiene anche un articolo vagamente minaccioso che sembra voler sostenere che se non si darà al movimento dei padri separati ciò che chiede, avverranno guai grossi. Mi chiedo io, più grossi delle donne che stanno morendo, ormai, quasi ogni giorno per mano maschile? Che brutto tono ricattatorio!

Qui apriamo un inciso. I padri che questi “signori” rappresentano non sono tutti i padri separati ma solo un certo numero di associazioni strettesi attorno ad una sorta di collettore di associazioni, ovvero Adiantum. A questo movimento aderiscono ideologicamente con entusiasmo  anche simpatizzanti e membri dei siti ( e movimenti) maschilisti, in particolare quelli ispirati da Claudio Risè, ovvero i soliti Uomini 3000 e Maschi Selvatici, che sembrano essersi posti come obiettivo di una vera e propria chiamata alla guerra per il ritorno al patriarcato. Tutti sostengono il percorso del ddl 957 (a firma Lussana, Lega Nord), soprannominato “affido condiviso bis” che a parole, in teoria, sembrerebbe una situazione ideale, in pratica, invece, è un serbatoio di clausole per togliere a bambini e donne ogni tutela in caso di violenza, ogni tutela economica e subordinare i bambini al volere di padri e nonni paterni. è una legge che parte da un principio apparentemente sacrosanto ma, in realtà, fatta malissimo. Sta diventando il sogno di tutti i misogini che vivono su Internet sperando di distruggere il femminismo e di vendicarsi sulle ex mogli che li hanno abbandonati e spesso denunciati per lesioni e maltrattamento ma, quel che è peggio, il ddl 957 sta diventando il sogno di tutti i pedofili con prole, grazie all’introduzione della cosiddetta Sindrome di Alienazione Genitoriale, o PAS, di cui abbiamo parlato spesso anche qui, ovvero una falsa sindrome che serve a rendere inefficace qualsiasi denuncia per pedofilia e abusi, a far cadere tutte le colpe sulle madri (che sono gli unici soggetti considerati alienanti) alle quali i figli saranno strappati, ed a costringere questi ultimi a restare a contatto con padri-orchi.

Nella realtà, la maggioranza dei padri separati, quelli ai quali non verrebbe mai in mente di prendersela col femminismo, non chiede il condiviso perché il lavoro non consente loro di tenere a casa la prole a tempo pieno per 3 giorni a settimana, inoltre il condiviso non è un’invenzione inedita ma, anzi, esisteva già ed era la forma di affido alla quale facevano ricorso le coppie non conflittuali.

La scusa dei sostenitori di questa legge è che la conflittualità in ambito di divorzio verrebbe contenuta. Nella realtà dei fatti, dal 2006, anno in cui è stata approvata la legge 54 sullo stesso argomento, la conflittualità è drasticamente peggiorata ed è vorticosamente aumentato il numero dei minori sottratti alle famiglie e chiusi per anni in strutture private.

Contro il condiviso bis si stanno esprimendo Giuristi Democratici, tribunali minorili e tutte le associazioni antipedofilia alla spicciolata, una dopo l’altra. Insomma, ci dispiace per questi signori assetati del sangue delle ex mogli ma serve una legge che non accontenti una parte per scontentare l’altra.

Ora esaminiamo il clone di “Facebook favorisce il cyberbullismo contro le donne”, che troviamo a questo indirizzo http://www.facebook.com/pages/FACEBOOK-FAVORISCE-IL-CYBERBULLISMO-CONTRO-LE-DONNE/128875063802908, mentre l’originale è qui http://www.facebook.com/pages/FACEBOOK-FAVORISCE-IL-CYBERBULLISMO-CONTRO-LE-DONNE/124068320959609 .

La pagina originale era nata proprio per manifestare l’ingiustizia di esserci trovate sotto l’attacco di maschilisti clonatori dalle cui fila sono partiti attacchi da troll misogini, insulti pesantissimi anche inbox, minacce, foto di genitali maschili esibiti (che signori!), articoli a contenuto fortemente diffamatorio, eccetera eccetera.

facebookfavorisceilcyberbullismo3 

Per combinazione, esattamente come Pane e Nutella, anche quest’altra pagina fasulla è collegata tramite feed burner alle note della pagina di cui la nostra calda Sara Conti sostiene di essere l’amministratrice, quindi il contenuto è identico.

L’immagine di presentazione è stata, poi, cambiata rispetto all’originale rubato, sostituita con un simpaticissimo “Wanted, dead or alive”. Evidentemente, l’odio che queste persone hanno verso le femministe è davvero sconfinato al punto da volerci vive o morte.

Il clone, come dicevo, inizialmente aveva rubato anche l’immagine di presentazione all’originale e le amministratrici stesse furono costrette a sostituire l’avatar della loro pagina con un’altra foto, così come dovemmo fare noi per non essere confuse col nostro clone/impostore ( e il nostro clonatore insinuò che avessimo cambiato immagine per meglio nasconderci. La questione è che noi non abbiamo proprio alcun motivo per nasconderci, semmai per differenziarci!) e qui mi permetto di rubare alle sorelle amministratrici la loro elaborazione grafica :

cyberbullismoimmagine

A questo punto risulta semplicemente esilarante che in un loro sito maschilista (anch’esso dal nome rubato ad un preesistente blog femminista, ovvero comunicazionedigenere.wordpress.com) “qualcuno” abbia risposto alle accuse di clonazione con i soliti ragionamenti sofistici e le spericolate arrampicate sugli specchi, al fine di gettare fumo negli occhi di chi non sa le cose come le sappiamo noi che le abbiamo subìte.

Come sempre, rispettando a perfezione le regole del marketing, il succo dell’articolo è nel titolo forte e diffamatorio, atto a suscitare sdegno. Peccato che non siamo noi quelle che stuprano né l’informazione né i cadaveri di ragazzine. Abbiamo un bel po’ di prove del fatto che l’intento di copiare titoli di blog, siti, pagine e gruppi facebook aperti da femministe sia del tutto strumentale allo scopo di dirottare i lettori su pagine cariche di contenuto mistificatorio e di istigazione all’odio verso le donne che non restano con i mariti anche quando quelli le maltrattano.

Nell’elenco di pagine alle quali è iscritta la stupenda Sara Conti c’è anche, infatti, una pagina che invita le donne a non andare a denunciare i mariti maltrattanti: http://www.facebook.com/profile.php?id=100001553329210#!/educare.no.denunciare

noieduchiamonondenunciamo

Un appello di colossale irresponsabilità. Queste persone negano la violenza quotidiana sulle donne, invocano la chiusura dei centri antiviolenza, chiedono alle donne di non denunciare. Si assumeranno loro le responsabilità di altri delitti o il loro scopo recondito è proprio quello di fare in modo che sempre più donne debbano subire fino a restare uccise dagli ex partner?

Esageratamente patetica l’idea di usare Topo Gigio come ad insinuare che le donne denuncino uomini innocui ed angelici come pupazzetti dell’infanzia. Anche questo è un tentativo di applicazione di un metodo di propaganda nazista. Attraverso l’immagine del simpatico topino si vuole destare la tenerezza e lo sdegno di chi legge e si vuole comunicare un senso di profonda ingiustizia, nonché l’idea che le femministe siano più crudeli di Crudelia Demon.

Poi ci sono le ennesime pagine create apposta per raggranellare il maggior numero di segnalatori possibili atti a causare la chiusura delle nostre versioni originali, a dispetto del fatto che la cosa vada completamente contro la policy di Facebook e che in queste pagine si facciano affermazioni fortemente offensive e diffamatorie verso noi amministratori.

paginapersegnalarci2

paginafanaticamisandricaecc2

Tutte queste saranno da ritenersi prove di persecuzione, oltre che prove dei metodi scorretti e fuorilegge attuati dai fanatici antifemministi.

Adesso torniamo a Sara Conti. Ho scoperto qualcosa in più su di lei.
Sara Conti non è stata sempre così, sapete? Ha cambiato look e lo ha fatto in modo davvero radicale! C’è chi cambia colore dei capelli e lei ha cambiato l’intera testa! Sara  Conti prima era così.

saracontiprima2ed

 La frasettina ammiccante del profilo, la città,… tutto uguale tranne l’incrementatissimo numero dei contatti ottenuto col cambio di…testa.
L’istantanea appena sopra risale ad uno dei tanti giorni in cui questi falsi profili femminili ( a seguito di altri profili fasulli maschili) sono venuti ad importunarci. In questo caso giunse prima un certo Simone Sparalesti
che, al termine del suo attacco da stalker, aggiunse dati autobiografici importanti, consentendoci di identificare la sua reale identità con maggiore certezza (è assai improbabile, infatti, che due signori abbiano entrambi figli maschi da madri giapponesi e che li chiamino nello stesso modo), e poi questa Sara Conti. In realtà entrambi erano la stessa persona che in altre occasioni ha ammesso di saltare da un profilo fasullo all’altro. Altra combinazione: per magia, nello stesso momento, sulla grande pagina No Alla Violenza Sulle Donne compaiono links copiati dalla nostra bacheca, quasi come se l’amministratore fosse presente in quel momento anche sul nostro spazio. simone sparalesti

Quindi dove eravamo? Alla sostituzione in campo dopo ore di commenti postato allo scopo di disturbarci: esce Simone Sparalesti, entra Sara Conti che non sa che io colleziono devotamente profili falsi creati da maschilisti.

La strategia che prova ad adottare Sara è quella di sembrare una normalissima estranea che interviene per mettere in cattiva luce noi amministratrici della pagina, facendo finta di essere una qualsiasi utente che passava dalle nostre parti, che ha letto il dibattito con Simone Sparalesti, che ritiene che quest’ultimo avesse ragione e che ci accusa nella speranza di ispirare qualche altro utente a venirle dietro nel suo attacco. Le ha risposto egregiamente il nostro caro amico Dante Di Nanni, il quale poi ha pagato la sua difesa nei nostro confronti venendo a sua volta clonato da questi “signori”.

saracontidantedinanni

Vabbè, poi la signorina Sara Conti è stata da noi bannata  per poi ritrovarla con un aspetto completamente diverso ad amministrare gruppi e pagine antifemministe . E non è l’unico fake maschilista che nei mesi ha cambiato foto falsa e/o nome e cognome!

Potete seguire le evoluzioni dell’identità di Sara Conti  al suo id utente finché non verrà sacrificata alla nascita di una nuova donna completamente virtuale:

http://www.facebook.com/profile.php?id=100001553329210

Ancora un caso. Osserviamo questo gruppo, molto più esplicitamente schierato dell’altro: http://www.facebook.com/group.php?gid=74065114205

gruppogenitoriseparatiinlottacontroilnazifemminismo1ed

Qui ho oscurato un solo amministratore, ovvero l’unico nome di persona reale tra la sfilza di amministratori fakes.

Notare il loro motto, che sembrerebbe riassumere il metodo della loro “guerra”, ovvero,  martellando le menti attraverso centinaia di pagine facebook, decine di siti ed altro, propinando sempre la balla del nazifemminismo misandrico e contrario ai padri, si dovrebbe raggiungere il risultato per cui la gente comincerà a pensare che tutti questi concetti assurdi siano la realtà.

Se ci si iscrive, si vedranno arrivare messaggi di questo tipo:Luciatipollijariscrizioneed

Siamo alle solite, eh! Povera Lucia, come ti capisco! In effetti siete le solite false aiutanti di chi ha costruito un enorme castello di menzogne. Ma  di cosa ti lamenti, mia cara, sei una sventolona, una modella per bikini e ti preoccupi di pagine facebookiane?

Purtroppo senza la gnocca non si vende più nulla, neppure una vagonata di disinformazione atta a rendere la gente ignorante e superstiziosa ed a scatenare una caccia alle streghe contro le femministe, che poi non sono che donne. Non è che accoltellare una femminista sia premiato dalla legge. Non c’è periodo di caccia alla femminista legalizzato, sapete? Il femminismo, nel mondo reale, è ancora un fenomeno pieno di meriti e nobiltà che certamente suona scomodo a chi odia le donne e spera di sfuggire a qualche carico penale.

Volete sapere, quindi, come abbia fatto una pagina così politicamente scorretta ed incoerente a raggiungere un simile numero di utenti?

Con l’uso di profili falsi (sono decine e decine, abbiamo una lista quasi completa), gruppi falsi, tecniche di marketing di infimo livello. Intanto i nostri profili veri, le nostre pagine vere, i nostri gruppi, vengono chiusi. È un paragone impari tra le forze messe in campo: da una parte ci sono dei professionisti del marketing con mezzi informatici non indifferenti; dall’altra ci sono persone normalissime con molto meno tempo da passare dietro lo schermo di un pc.

Anche Lucia, quindi, è una vecchia conoscenza. Anche lei ha cambiato radicalmente look. Prima si allenava a tennis ed era biondina, ora si rotola sulla sabbia come una cotoletta impanata ed è una brunetta.

Per il resto, nessuna differenza. Rompeva le scatole prima per fare iscrivere gente e lo fa adesso.

LuciaTipollijarvecchia  

Amministra anche quest’altro gruppo volto a prendere per i fondelli in primis il genere maschile facendogli credere che al mondo ci siano modelle seminude che non vedono l’ora di coccolarli e difenderli da branchi di nazifemministe.

gliuominisiamanogruppo

Notate nulla in comune tra i due gruppi appena postati? Tipo un paio di false amministratrici? Ce ne sono altri di gruppi così, sapete? Ci leggo una sola nuova amministratrice. Tale Paola Zippoli che sostiene di risiedere a Posillipo, Campania. Peccato che Posillipo non sia una città ma un quartiere!

paolaZippoli2ed 

Queste “signorine” sono tutte imparentate alla Beatrice Lo Grasso di cui abbiamo parlato qui, ci sa…

Notiamo anche, con notevole gusto (perché noi abbiamo sense of humor) nuove pagine antifemministe ancora più deliranti. Una che si lancia spericolatamente nella delineazione di una contiguità storica del tutto inventata tra neofemminismo e correnti neonaziste ( spargono ignoranza come faceva e fa il nostro premier, contando sul fatto che tanto la maggioranza della popolazione ha un grado culturale e critico basso e quindi può bersi anche delle colossali boiate come quella che femminismo e nazismo siano collegati. Insomma, queste pagine esprimono profondo disprezzo per l’intelligenza altrui) e una che auspica carcere duro per le femministe.

Fateci sapere quando il femminismo sarà un reato pari alla mafia, che ancora resta una delle più celebrate emanazioni dirette del maschilismo.

E adesso chiediamoci come mai una pagina che distrugge le donne (tranne che quando sanno d’essere sotto osservazione e si sforzano di mimetizzarsi per un po’ e di fingere un minimo di militanza antiviolenza) si chiami proprio  NO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE?

Ce lo spiega quel gran poeta di Eros Intuaidumeda:

Erosdonnettestupidenonsiiscriverebbero

Uno che in una pagina contro la violenza sulle donne ci sta davvero benissimo.

erosextroia 

erostirarecollomogli

uccidetelemogli2eded

Quindi quella pagina si chiama No Alla Violenza Sulle Donne perché altrimenti le donnette stupide non si iscriverebbero.

E devono essere davvero stupide le persone che restano in una pagina per le donne in cui le donne stesse vengono apostrofate come “microcefale mestruate dimmerda”, vengono definite inferiori, dipinte come sfruttatrici dei mariti, torturatrici di bambini, eccetera. Quasi mai si parla di violenza sulle donne sulla bacheca di questa pagina e di tutte le altre pagine ad essa collegate. Al contrario, il quadro è invertito e le donne vengono presentate come esseri orribili che  persino quando vengono uccise o violentate hanno la colpa di avere istigato la violenza su se stesse.
Quasi nulla dei commenti più feroci scritti da “maschi” viene cancellato dagli amministratori. I violenti non sono mai bannati. Ad essere bannate sono donne che protestano, anche con educazione, e gli uomini col cervello ancora funzionante che questi simpaticoni definiscono “eunuchi”, bannati ed insultati anche loro . A prendere il posto delle persone censurate ci sono decine di fakes manovrati dalla stessa mano. Fakes che si fingono donne e uomini. Persino fakes che si fingono femministe allo scopo di far dire alle femministe ciò che, in realtà, esse non pensano e non dicono ma che esiste solo nei racconti dispregiativi dei neomaschilisti. è una realtà virtuale con un microcosmo completamente capovolto in cui si diverte notte e dì un monomaniacale “master of puppets” dalle decine di identità.

Tutto questo concorre a fare dell’Italia il Paese più maschilista d’Europa, in cui muoiono mediamente 130 donne l’anno e tutte per mano maschile.

Grazie almeno per le risate.

Per saperne di più, leggi nelle categorie “negazionismo”, “misogini in azione” ,“maschilisti in rete”, “padri separati”, “Facebook” e “PAS”.

Nessun commento:

Posta un commento