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lunedì 6 settembre 2010

La mia idea di padre, ingenuamente...

   Fino a pochi mesi fa ero così ingenua da ritenere che il padre fosse colui che deve consegnare ai figli il modello maschile di riferimento, colui che fornisce un modello etico e tramanda un bagaglio di valori. Pensavo che un padre fosse quello che ti accompagna nei boschi a fare passeggiate e ti spiega le differenze tra gli alberi, raccoglie le foglie e te le mostra e ti insegna dove cresce un leccio e dove una betulla. Pensavo fosse quello che raccoglie gli insetti sulla sua mano e ti insegna a non temerli, ti guida alla scoperta del microcosmo che cammina sotto ed intorno alle tue Foto Riotclitshavescarpine. Pensavo fosse quello che ti gonfia i braccioli ed il pallone, che ti insegna a nuotare, che ti porta sulle spalle e ti fa scoprire i granchietti che corrono rapidissimi tra gli scogli. Pensavo che il padre fosse quello che si siede accanto a te e comincia a spiegarti che il telegiornale è quello che riporta tutte le cose brutte che succedono nella tua nazione in un giorno ma che questo non vuol dire che fuori il mondo sia tutto brutto e pieno di sangue e violenza. Pensavo che il padre fosse quello che ti porta alla partita ma che ti insegna il significato di “sportività”. Pensavo fosse quello che ti viene a guardare quando hai la tua partita  e che quando perdi ti consola dicendoti che nella vita non si può sempre vincere ma si deve imparare a perdere.

Pensavo fosse quello che, quando fai i capricci perché il cuginetto non ti vuole lasciare il giocattolo, ti insegna che regalare è un gesto di grandezza, un gesto di amore. Pensavo fosse quello che ti insegna che il mondo è vasto e pieno di colori, di cose, di fenomeni e che è necessario capire la natura di ogni cosa, così che poi, crescendo, accetti ogni forma di diversità come una delle molteplici forme in cui si presenta la natura. Pensavo che il padre fosse quello che cammina al fianco della mamma e la difende, quello che difende tutta la famiglia dagli orrori, in modo che si presentino il più tardi possibile. Quello che con la mamma parla di “cose di grandi” con competenza, serietà. Pensavo fosse quello che sa discutere, anche se sapevo benissimo che tanti padri non sanno discutere ed alzano le mani su mogli e figli, ma ho sempre pensato che questi non dovessero essere considerati padri sul serio ma solo “padri per caso”. Pensavo che il padre fosse quello che ti viene a riprendere la sera dalle feste e che ti dà regole ed orari ma che capisce anche che stai crescendo, che hai bisogno di scoprire le cose e anche di sbagliare con la tua testa e farti un po’ male. Pensavo che il padre fosse proprio quella rete di sicurezza che hai metri sotto i piedi, quando inizi la tua carriera di equilibrista sul filo. Pensavo che un padre fosse quello che ti insegna a difenderti perché non potrà sempre essere al tuo fianco mentre crescerai e ti insegna che la violenza chiama violenza e che, quindi, la migliore difesa è disarmare chi ti attacca, col ragionamento, con la psicologia. Pensavo che un padre fosse quello che non ti tocca mai in modo strano ed equivoco, che ti lascia turbato e pieno di sensi di colpa ma che fosse colui che ti aiuta a capire il sesso all’età giusta, quando cresci ed hai il vocabolario ed i concetti giusti per orientarti, e che ti spiega che il sesso è un atto  d’amore se avviene tra due persone consenzienti e pienamente consapevoli. Pensavo questo e molto altro fino a pochi mesi fa.

Poi ho scoperto cose stranissime. Ho scoperto dei padri amici di persone che fondano associazioni per difendere pedofili. Non pedofili falsamente accusati ma pedofili che hanno anche ammesso di avere foto e video pedopornografici classificati come “estremi”. Ho scoperto padri che sostengono che ucciderti tua madre sotto i  Foto da Riotclitshave tuoi occhi sia un atto d’amore, che quindi scaraventarti in un mondo di orrore, di sangue, regalarti un trauma ed un dolore che durerà tutta la vita e che ti renderà malato, magari violento ed un assassino a tua volta, strapparti la madre per sempre, senza rimedio alcuno, tradirti così, facendoti ritrovare solo al mondo, sia "amore". Ho scoperto padri che fanno guerre ad altre donne e ad altri uomini per il possesso di figli che non vogliono stare con loro. Ho scoperto padri che picchiavano le madri e che dicono chiaramente di odiare le donne e di volerle morte e questi padri scrivono dove scrivono altri padri che dicono di essere contro la violenza sulle donne (basta solo che siano donne sottomesse). Ho scoperto associazioni che diffondono il concetto che un padre che uccide una madre sotto gli occhi dei suoi bambini per una casa è nel giusto. Ho scoperto padri che dicono di battersi per i figli e di voler consegnare loro un mondo migliore ma che passano tutto il tempo dietro al display di un computer, parcheggiando i figli in giardino, con i nonni o con le tate. Ho scoperto padri che credono che consegnare un mondo migliore ai figli significhi togliere il potere decisionale alle donne, perseguitarle, insultarle, diffamarle, minacciarle, raccontare in giro che la violenza sulle donne non esiste e che le donne sono tutte bugiarde e violente. Ho scoperto, quindi, padri che credono che essere padre significhi vivere nella rabbia, nell’odio, nella vendetta, nell’illegalità. Padri che credono che essere padre significhi tormentare la categoria delle madri. Ho scoperto padri che insultano tutti gli altri uomini che non la pensano come loro. Ho scoperto padri che sostengono che dire  “no alla violenza sulle donne” sia grave, sia un atto di odio verso tutti gli uomini, quindi questi sono padri che offendono per primi tutti gli uomini perché pensano che tutti gli uomini siano violenti. Ho scoperto padri che vanno in giro sulla rete con falsi profili femminili, che esibiscono foto di donne bellissime ed impossibili, spesso in bikini o in intimo e lo fanno per prendere in giro altri uomini, per galvanizzarli in una stupida guerra contro uomini  e donne pacifici. Quindi, mi sono resa conto di essermi imbattuta in uomini che sostengono di essere padri ma che vivono nel disprezzo generale di tutti, uomini e donne, e nel desiderio di vendetta. Padri che vivono nell’odio. Che padri sono? Che modelli etici sono? Che padre è quello che, sapendo di non aver fatto nulla di male, se il suo bambino mostra di non volerlo frequentare, non lo conquista con la dolcezza, cominciando a parlargli con calma, a distrarlo, a raccontargli storielle, a portarlo a mangiare un gelato o a fare una bellissima passeggiata? Che padre è quello che che, invece, al rifiuto di suo figlio, oppone la prepotenza delle carte bollate, fa strappare il figlio alla mamma con la forza, fa sbattere il piccolo in una casa-famiglia, tra persone che non conosce, stanze che non conosce, oggetti che non conosce? Che padre è quello che vorrebbe consegnare al figlio un mondo di ingiustizie e di dolore?

La mia idea di padre ha preso a vacillare finché non mi sono resa conto che individui come questi sono solo una cerchia ristretta di frustrati che non hanno altro luogo di sfogo che internet, che è un mezzo buono e democratico, troppo buono e troppo democratico con chi ne approfitta per diffondere idee malate e manipolare le menti altrui.

Non sono padri e non sono neppure uomini. Non sono “uomini maschi” né “uomini femmine”. Solo uomini con un’etica possono divenire un modello etico.

Stanno uccidendo la mia idea di "padre"...

Dedicata anche a mio padre perché, tra mille difetti, mio padre mi ha fornito un grandissimo modello etico e, pur essendo un cultore del mito dell'uomo (inteso come portatore d'intelletto e cultura e non come bruto che sottomette la donna), oggi, dopo aver trascorso 50 anni in un  mondo al femminile, si dice femminista e sa che senza le capacità imprenditoriali e pratiche delle donne oggi lui non sarebbe nessuno.

 



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