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lunedì 13 settembre 2010

Facebook, il regno dei violenti ai quali la legge lega le mani nella realtà

Chissà quanti signori agli arresti domiciliari o in libertà vigilata per avere aggredito, ferito, stuprato, molestato, tentato di uccidere o ucciso donne non possono fare altro che passare le loro giornate in rete ed eleggono a regno dei loro sfoghi proprio Facebook che, grazie a qualcuno che ruba pagine fondate per la difesa delle donne e grazie alla mancanza di efficaci controlli, sta diventando il regno dei misogini violenti.
  • La scusa? La scusa è che la campagna in difesa della donna non serva a difendere le donne o a sensibilizzare le persone contro la violenza, come qualsiasi persona normale ed equilibrata potrebbe pensare. No. Secondo alcuni pazzoidi misogini (alcuni sicuramente violenti), la campagna contro la violenza sulle donne serve ad offendere l’intero genere maschile.
Non sono, quindi, gli uomini violenti ad essere le erbacce da estirpare, le mele marce che rovinano la reputazione a tutto il resto degli uomini. NO.
Sono le persone (uomini e donne) che  diffondono le notizie su episodi di cronaca che vedono le donne vittime di violenza maschile.
Ecco perché, per i piani di questi signori che rubano pagine aperte da donne e fingono di gestire pagine contro la violenza sulle donne (ma che trasmettono l’idea opposta, ovvero che l’uomo sia la vittima persino quando ad essere stata uccisa è la donna stessa), della violenza sulle donne NON SI DEVE PARLARE.
Essendo per lo più uomini violenti che confondono la violenza con la virilità , che hanno espresso la loro violenza su donne in passato o che vorrebbero esprimerla in futuro senza essere fermati, essi si ritengono tutti ingiustamente accusati o temono di venire accusati e vogliono sentirsi liberi di potere abusare delle donne quanto vogliono.
Quindi il diktat di questi “signori” è fare di tutto per chiudere le pagine in cui vengono riportati episodi di cronaca in cui donne sono state oggetto di violenze.
  • Il metodo? La copia della pagina e la cancellazione dell’originale. Come agisce il tumore, che replica il dna umano danneggiato attraverso cellule difettose che vengono scambiate per cellule normali.
Ecco perché sono state copiate pagine per le donne e gli originali sono stati fatti chiudere a forza di segnalazioni da gruppi di fanatici maschilisti.
Questi “signori” conoscono bene il marketing, talvolta sono professionisti del marketing. Essi sanno bene come utilizzare i “cavalli di Troia”. Ad esempio, visto il generale malcontento e la costante diffamazione che il femminismo ha subito ad opera del neofascismo, dei piani piduisti per la “rinascita democratica” che vogliono il ritorno al modello di famiglia patriarcale ed alla moglie-oggetto, essi usano l’antifemminismo come mezzo per “polarizzare” uomini (ma anche qualche donna) contro chiunque abbracci il progetto della difesa delle donne contro la violenza. Davvero contro chiunque, perché, in realtà (ma loro non ve lo diranno mai) le campagne contro la violenza sulle donne non sono affatto condotte solo da femministe ma da normalissime persone delle più svariate estrazioni e che, come ogni essere umano normale, ripudiano la violenza e sono preoccupate per l’aumento esponenziale di atti violenti sulle donne.

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